Avvento di che?

Così come viene lamentato, finalmente non può restar dubbio a nessuno: il natale così come viene evocato non è il Natale dei cristiani: e ci si potrebbe fermare qui. È altro. Qualcuno sta facendo i conti: se il confinamento (alias lockdown) arriverà sotto l’Albero spenderemo 870 milioni in meno nelle bollicine, consumeremo 70 milioni di panettoni in meno, ci saranno 5 milioni di pranzi da veglione in meno. A conti fatti un natale austero provocherebbe una caduta di 25 miliardi nei nostri consumi. Piangono in tanti. Un natale povero. Di nuovi poveri?! – e però si dovrebbe dibattere di quale povertà si sta parlando, ma un’altra volta. E qualcuno, con chi piange, dovrebbe nel caso piangere? La salute intra-covid da accantonare? E il marasma delle relazioni da ricostruire, rimandato? Ci si…

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san Martino

Lo si sapeva, ma si è fatto come se fosse un’ipotesi del terzo tipo: irreale. E invece. Anche da lì fu facile profezia che si sarebbe usciti un po’ più stupidi e un po’ più cattivi. È qui da vedere. Stupidi? Per un verso e per l’altro. Di quelli delle movide, che sbracano  accavallandosi nelle piazze a protestare contro le chiusure, e intanto distruggendo ristoranti: ma sono i loro, o non sono loro i ristoratori scesi in piazza? Ma c’è anche stupidità in chi chiude a occhi chiusi: di chi chiude ristoranti, bar, palestre, cinema, luoghi che pure si sono organizzati, prendendo sul serio la minaccia della seconda ondata. Avrebbero costituito una tentazione, dicono; e occorre ammettere che, visto ciò che gira, davvero potrebbe essere una fiducia mal riposta: nei clienti, non nei datori dei…

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eh, sì

Qualche alto prelato, per altro dimesso pur senza togliergli diritti di porpora – anche se è stata evidente a suo tempo una sfiducia – si dice nella scia di quel primo Concilio, quando Paolo rimproverò Pietro, senza per altro togliere obbedienza a chi il Signore Gesù aveva messo a capo. Bello e giusto. Non fosse che s’incanala apertamente dentro quei suprematisti cristiani che – sulla scorta di quelli bianchi d’America  – finiscono per dirsi favorevoli all’attuale reggente, dovesse votare per uno dei due di là. E dunque sposa quella corrente di devoti non credenti che titolano le loro articolesse con “il trappolone dentro cui è finito di nuovo il Papa”. Che ormai ha dato loro le ultime armi per farlo fuori, mi è certo. Non con i veleni dei tempi dei Borgia, ma con quella prelatizia…

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Fratelli tutti

Un’enciclica che darà del filo da torcere alle pance dei detrattori di Francesco papa. Che sulla tomba di Francesco d’Assisi firma una lettera a questo Mondo che, nonostante quel che accade, si sta svagando su se stesso; e a questa Chiesa che è ancora fissata sul dare il cardinalato a certe chiese italiane che l’han sempre avuto: come se la porpora fosse un sacramento!; arrivando perciò – perciò! – a proclamare una Chiesa italiana in declino. Perciò! E non perché da molto tempo ha rinunciato ad essere incarnazione della rivoluzione del Vangelo, quella appunto che nella Lettera trova le sue espressioni da mal di pancia: “La perdita del senso sociale è camuffata da una presunta difesa degli interessi nazionali, e dunque da conflitti anacronistici, nazionalismi esasperati, risentiti e…

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il come ricominciare

Testa sotto la sabbia? Che mondo è? Con vegani e omeopati al grido il Covid è una truffa, liberiamo l’Italia, la destra porta i negazionisti in piazza. Marciano su Roma: terrapiattisti, schizonazifascisti, no-mask, gilet arancioni, no-vax… “Macchiette e mattoidi diventano mostri solo in tempi già difficili. Siamo mostri anche noi? Non è andata bene ai Franceschielli che gettano la farina al popolo: il popolo esulta, ma poi il giorno dopo si ripresenta con la stessa fame”. Gli spin-doctor (alias esperti, in lingua italiana, ma tant’è, a dirla in straniero fa più effetto) hanno suggerito a un governatore poi rieletto di farsi crescere la barba; a un altro, ch non è stato eletto di allungarsi i capelli; e al piazzaiolo degli scontenti a prescindere, di mettersi gli occhiali per ingentilirsi…

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diatribe?

Senza alcuna presunzione di mettermi alla pari delle riflessioni dello psicanalista Recalcati, sia subito chiaro. Ma il titolo, che più che biblico è catastrofico, con cui ha scritto l’altro ieri su un quotidiano non può lasciare alla finestra, come se i contenziosi appartenessero solo a chi ha ospitalità sui grandi giornali. Dello psicanalista ho grande stima. Più volte anche qui a Fontanella ci ha introdotto a un mondo di pensieri accattivante. Girando lui attorno al “desiderio” e fondando lì quasi il totale dell’esistenza: anzi della eccedenza e della follia del desiderio. Che è vero, finché non si scontra con il limite. Quello appunto di una vicenda come quella di Bose, e come tante altre nella storia della Chiesa. Ricordo ai miei generosi lettori i due daQui che ho dedicato, il primo…

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fare corpo

Dunque, ristoranti vuoti chiese vuote, come titolava un giornale. Che detta così ci sta anche bene: gli uni e le altre son per il nutrimento, senza cui non si vive in nessuna parte del mondo. È vero, si mangia anche a casa, ma è come il cinema alla tv e non nelle sale, ora chiuse: tutt’altra cosa. E non saprei dire perfettamente cosa; ma è cosa, se ci pensate un po’. Perché si tratta di corpi, di un corpo che il cibo mostra condiviso, lo si prenda in una trattoria o in una chiesa. Dunque di una umanità che svolge se stessa, che non si apparta, ma riconosce una appartenenza. Che non sia egocentrica, come i populismi vorrebbero fosse: noi per noi come conseguenza dell’io per me. È notizia che rischi quarant’anni di galera quel ceffo – un regista hollywoodiano ne potrebbe ben usare la faccia…

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dopo

Dunque il covid non ci ha cambiato, non ha cambiato la Chiesa – che si trova nella tentazione di ri-calcinarsi dentro “quel che eravamo” – né nel mondo. Le sceneggiate dell’Europa che ha impiegato settimane per accordarsi sull’indispensabile della propria sopravvivenza politica, nella svolta richiesta dalla pandemia, ha fatto venire a galla, tra gli altri paesi del nord,  l’Olanda, e non per il suo lato bello. Con un’alterigia tutta calvinista, a condannare i cattolici come inconvertibilmente lassi (e magari è un po’ vero); però sostenendo ‘sta cosa da attaccati ai propri tulipani, e alle multinazionali cui danno ospitalità fiscale a spese degli altri paesi del continente: frugali loro? sulla pelle degli altri! Non ci ha cambiato il covid, ma può diventare l’occasione di cambiare.…

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in-uscita

Mi sto chiedendo da qualche giorno perché me la prendo tanto. Quegli annodati agli ambienti dell’ultraconservatorismo catto-italiota, quei nostalgici della liturgia tridentina con un latino in cui non sanno immergersi, quei prelati frequentatori dei salotti del patriziato nero, da cui attingono le voglie per cotte plissettate . E nessuno pensi che sia invidia da basso clero, smanioso di una rivoluzione che riporti dentro la Chiesa una fraternité indissolubile da égalité. Non che non ce ne sia bisogno: ma a quale pulizia ideologica porterebbe, a quali poltronifici dismessi, a quali vuoti istituzionali – e, certo, a quale crisi economica per negozi d’haute-couture romani con fastose vetrine purpuree? (ma anche no: li frequentano anche tipi del basso clero, che disdegnano negozi del…

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Silenzio

Qui in certi momenti del giorno, è lo stesso dei recenti mesi primaverili: intonso, corroborante, nel trillo degli uccelli che non si sono allontanati, e nei rumori di pioggia quando non disturbati da motori. Non è lo stesso registrato con angoscia nella pianura e nelle valli del covid. Con il tormento delle sirene a profanarlo, e dei rintocchi di campana a morto che si rincorrevano di campanile in campanile. La storia come lungo cammino di sofferenza, e di grandezza, è qualcosa che suscita perplessità se ci si ritrova in un contesto non aspettato: o per inerzia di uomini o per insipienza. Eppure, e lo ricorda il papa non solo ai credenti ma al mondo, questo è il tempo, di pesare ciò che conta e ciò che non conta, ciò che è prezioso da ciò che distrugge. In molti stanno disertando chiese,…

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