Christmas  . 2

Il 23 dicembre dell’anno scorso, scrivevo così. Vale per questo Natale 2021: non c’è da aggiungere nulla all’augurio di un Natale santo, in giorni rioccupati dalla preoccupazione di questa pandemia che non cessa. Così come non cessa il nostro tentare una normalità che non è più la stessa, non  può più esserlo. Anche solo per quei segnali di totale uniformità che traducono le feste natalizie in “feste stagionali” come subito ha raccolto il diktat europeo la manchette arlecchina di Google. Per includere a tutti i costi, neghiamo le diversità che fanno l’unità! Fosse il Natale giusto per dire sopra i tetti che il Figlio di Dio è venuto tra noi, che lo credano o no i tutti del mondo. (23 dicembre 2021)  Christmas  . 2 – Il bisesto funesto sta per finire: solo per chi crede che il tempo non…

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stagnazioni

Scrivevo, qualche tempo fa, che da qui vedevo troppe pianete, quella veste liturgica a mo’ di fisarmonica, così ridottasi dall’antica casula, poi riscoperta dagli anni sessanta – riscoperta nelle parrocchie, perché un liturgo come il vescovo Bernareggi già le aveva commissionate fin dagli anni trenta del secolo scorso per il nuovo seminario di Clusone. E mi chiedevo  se fossero i sacristi che vogliono rinfrescare i cassetti o è il revival di preti, uomini inespressi? Per avere come risposta il ma sì non è lì, c’è ben altro. Quel benaltrismo, così di moda in chi s’acceca da sé di fronte alla complessità, che non permette di guardare in faccia i problemi. Certo che non è tutto lì. Ma gli indizi ci sono tutti, per accorgersi ad esempio che il covid non è stato assunto nella sua grazia,…

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impreparati

Ce lo stanno dicendo da decenni che questo nostro pianeta è in pericolo. Il riscaldamento globale lo si prevede in gradi di calore che vanno dal minimo ancora per un po’ sostenibile a un massimo che erutterà le acque con una marea silenziosa ma devastante:  tsunami che ricoprirà senza sradicare. Ora si scende in piazza, ordinati come non sono quegli sciocchi del no green pass; e si chiede quello che i grandi non sanno concedere. O non possono o non vogliono, immersi in quel botolo del presente che sradica ogni speranza di un buon futuro. Invertire la rotta? Ma come si fa, se ci si è costruiti in esigenze irrinunciabili. “Meno è meglio”? Se lo dici dopo una camminata in montagna, il passo greve e greve il respiro, ma nella percezione gioiosa dell’anima che solitamente non vivi, con molta…

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insieme, ma chi?

Nell’indice di argomenti che mi girano per la testa, a seconda dei giorni delle letture e soprattutto degli incontri, ci sta questo e altro: vogliono certi cattolici uno stato confessionale, né più né meno di uno sharia islamica? e dunque quello che dicono di voler combattere? Con tutti i corollari su cui fanno silenzio, approvando: una critica serrata – al richiamo all’ordine di Francesco papa sulle cosiddette messe in latino, che di fatto sono messe anticonciliari; una radiomaria polacca che incita all’antisemitismo, e fa da bordone al nazionalismo di marca neofascista dei loro governanti; le amicizie di certi politici italiani, da quei cattolici votati a piene mani (si macchiassero di nero in certe celebrazioni religiose, le chiese saprebbero di che pasta è fatta l’inno di lode al…

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terrapiattisti

Qualche prete è afflitto dal dubbio cartesiano. (perché qualche prete? magari anche un qualche diacono tuo, e parecchi che diconsi cristiani). Il dubbio che dietro le magnifiche sorti e progressive del vaccino ci siano gli interessi farmaceutici, o l’asservimento dei popoli a una nuova dittatura sanitaria, o … insomma quelle fandonie per le quali è inutile qualsiasi tentativo di liberare i tuoi interlocutori. A chi appunto gli chiedeva in materia di  assumere il dubbio a giustificazione di chi si rifiuta di appartenere alla massa credulona, la risposta di un polemista è stata questa: Non a Cartesio lei si ispira, ma ai ben più grandi filosofi Mario Giordano, Paragone, Porro, Meluzzi, e compagnia danzante della Quattro – intesa come televisione. Immaginare che sia lo stesso gregge prono…

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ricordare

Quelle torri incendiate l’11 settembre di ormai vent’anni fa. Eppure sembra ieri, come molte delle cose che ti si piantano dentro, rispetto ad altre che si perdono ma non del tutto: a volte basta un inciampo buono o meno buono, e riemergono. Ma quelle che ti fanno ricordare il dove il quando e il con chi rimangono per sempre, senilità futura permettendo il per sempre (che poi, chissà, se pure spersi, non si sarà accompagnati da queste trafitture indelebili!). Dunque quell’11 ero sulla bellissima spiaggia di Biarritz, sotto un sole del tutto ancora estivo, con l’Oceano Atlantico a separarci dall’altro mondo del pianeta. E proprio di fronte a quelle torri, pur con qualche spanna di distanza che certo impediva di vedere. E tuttavia davanti. Primo pomeriggio, in quasi consonanza con quella…

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Al giro di boa

Al giro di boa dell’estate, con il proverbio che sembra mantenere – in un tempo di metereologi da telefonino – una sua validità, quando parla del bosco rinfrescato, e dunque di ombrelloni richiusi sulle affollate spiagge sui tanti chilometri dell’Adriatico … Al giro di boa ti accorgi di avere occupato il tempo altrove. Non per pigrizia, per più di un mese di vuoto per questa rubrica; ma per l’estate, che segna le ore anche sulla collina di sant’Egidio. Ora di lentezza ritrovata, di un garbo nuovo verso la vita. Ma al giro di boa riemergono motivi che rimbalzano a prevedere preoccupazioni. Certo l’Afganistan, soprattutto l’Afganistan, che è un po’ più in là di noi, ma insomma a chi non è vicino al cuore? Violenza a segnare il futuro di un popolo, eseguite, quelle violenze, dallo stesso…

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della Tradizione custodi.

Correre ai ripari quando i buoi sono fuggiti dalla stalla? Sul proverbio ce ne sarebbe da dire: o – già, inutile; o – perché no? Se poi per buoi, con rispetto degli uni e degli altri – animali e uomini – intendi quei paralefebvriani che si nascondono tra le pieghe di una loro fedeltà alle tradizioni (chi non dà più per scontato che i lefebvriani siano ormai su sponda irraggiungibile?) le domande sono per un verso patetiche. Davvero vale la pena rincorrere chi ha deciso di inseguire se stesso turlupinando chi tenta compromessi sicuramente non evangelici? O almeno, non intelligentemente evangelici? Con uno scritto che non lascia spazio più a dubbi, Francesco chiarisce con piglio severo, nella festa della Madonna del Carmine, che l’intento di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, proteso a…

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Distrarsi

Non è un buon verbo per i banchi scolastici, e neppure per quelli di chiesa. A meno che sia un modo per lasciarsi entrare nel mistero di Dio che si compone di quotidianità e di desiderio di evasione. Ma dato quel che ci propina la cucina della storia in cui siamo precipitati, distrarsi è una necessità: se non si vuol vivere nel volo di pipistrelli impazziti. Nelle belle tavole dei cristiani, tra una cucchiaiata e l’altra, precipitano domande su questa chiesa: che succede? È sempre successo qualcosa di disordinato, si sa, e chi non sa è perché fa lo scandalizzato di turno; ma ora, con la velocità delle notizie che si comunicano quasi prima che i fatti avvengano, pare che davvero si sia nella tempesta che può rovesciare la barca, seppure contenga il Cristo. Che però dorme: sensazione che…

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Covidfree?

Dopo nove anni mi sono accorto di cosa mi mancava: alzare lo sguardo e vedere il vento corteggiare lieve le foglie dell’albero che sovrasta i tetti del vicino. Quindi è bastato poco: spostare di trenta centimetri la scrivania, e tra un paragrafo e l’altro ora entra il sole, o la pioggia, o qualsiasi cosa si combina nel mondo. Cose spiacevoli? Anche. Vegani, macrobiotici, lattofobi, crudisti, sushisti, naturisti, nogluten, nocarb, carnivori, fruttivori, localivori: una lista composita di gente che si difende attaccando. Attaccando la realtà. E sembra che sia un gioco trasversale, per generazioni e per fasce di individui. Se vi lasciate toccare dalle notizie di bullismo di questi giorni – di vandalismi diffusi su treni e su piste ciclabili, di bande di minorenni che ti circondano per…

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