Superfetazione

Finalmente ho trovato la parola giusta. Quella che gironzola come un moscone fastidioso dentro la testa, ma che non imbocca mai il buco d’uscita. Quella che cerchi per ore, a volte per giorni. O per anni, per finalmente dare corpo a ciò che senti. Sai di averla immagazzinata nel tuo scomposto vagare per righe e pagine e volumi, ma non sai più dove, in quale cartella del tuo computer mentale. E poi eccola lì, anzi qui. Spuntare improvvisamente. Per renderti conto che è proprio lei quella che cercavi – una ossessione che l’ha fatta diventare persona tanto che appunto ora la stai indicando con un lei; e si va su Treccani per rinfrescarla. E così ri-sai: indica un fenomeno piuttosto raro, di ovuli fecondati che si sovrappongono, e che ai cinesi non andrebbero bene perché vogliono un figlio…

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In albis

Si sa che i vescovi americani non sono i più frequentabili. Avendo a che fare, dicono loro, con innumerevoli movimenti destrorsi, con predicatori dalle raccolte vistose di offerte, debbono per forza spostarsi a destra. A destra dell’uomo, dove non sta propriamente il Cristo, che dei poveri ha fatto il centro del suo invito. E delle povertà è venuto come rimedio: fragilità umane da accompagnare, non da condannare. E così si radunano per decidere se il loro Presidente può o non può fare la comunione, dato che non si oppone alla legge dell’aborto. Si sa che i fanatici di ogni epoca non aggiungono, sostituiscono. E la laicità – che è un attributo di Dio che nulla espelle ma tutti accomuna – non è coinquilina di quei vescovi, che si mettono al di sopra della coscienza, pur avendo studiato (ma…

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Preti

‘sti giorni di Pasqua non sono le solite vacanze pasquali. Nelle quali ci stanno sì gli impegni, per i preti, di una più intensa preparazione omiletica da scandire nella diversità delle celebrazioni; e ci stanno anche quei profumi di primavera che coincidono con il mistero grande della resurrezione. Di Cristo e la nostra, ancorché per il momento promessa. Di primavera è il bianco dei ciliegi che sta riempiendo la collina, una rinascita che sfida il rosso del covid, che di queste vacanze  pasquali segna appunto il contrasto. Che si allinea ai pensieri: tanti, sconcertanti. Al dopo che qualcuno desidera come il prima. Ma che i molti sanno che non sarà più lo stesso. Certo che ci si butterà in quella sarabanda di recupero del tempo perduto; perché questa è la sensazione che un poco tutti…

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S.O.S. TERRASANTA E LA BUONA PASQUA

La ripresa post Covid e l’aggravarsi delle difficoltà economiche per i cristiani di Terra Santa, le evoluzioni nei rapporti con le altre religioni e il particolare momento politico in Medio Oriente: alla vigilia della Pasqua il Patriarca di Gerusalemme, il bergamasco Pierbattista Pizzaballa, scorre i temi all’ordine del giorno mentre si prepara alle ricche celebrazioni nella Città Santa. Che si svolgeranno in un clima molto diverso da quello dell’anno scorso ma ancora lontano dalla piena normalità, con i confini chiusi per i pellegrini di tutto il mondo. La situazione è grave, soprattutto in Palestina e in Giordania. Le famiglie rimaste senza lavoro da più di un anno sono ormai migliaia a causa della mancanza di pellegrini, del blocco del turismo e dalla crisi dell’indotto. Molte attività…

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trasmigrazione

Sul sordo rumore dei fedeli che si allontanano, che disertano le Chiese – e va bene (va bene?), se pensano che altrove o senza un altrove danno senso a sé, al proprio momento di vita – ma se allontanandosi disertano Dio, il Creatore Padre di tutti e di ciascuno, guardato da Lui per nome? Convenite con me che un certo scoramento è comprensibile, e non di Dio, ma di quelle fette di credenti che rimangono soli. Per la verità, gli allontanamenti sono ciclici, sia nel vivere civile sia nella storia religiosa. Una specie di nomadismo congenito alla ricerca di una terra promessa. E sempre altrove. Ricordate qualche anno fa i giovani che “Barcellona è il tutto per sempre”? Fu una rivisitazione, allo scoccare del millennio, del sessodrogaerock’n’rolle o del più antico baccotabaccoevenere. Adesso…

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Andando.

 Il treno per Milano qualche giorno fa. Io per impegni alla Curia. C’è sempre qualcuno che vuole nullo quel matrimonio celebrato in Chiesa. I due davanti a me per passare il tempo, dicono. Uno viene da Bergamo l’altro da Ponte. Sembrano della sfera degli ottantenni. Ma hanno ambedue un fisico asciutto, capelli ben messi, e un profumo da dopobarba gradevole. Perché sono sbarbati, loro, a differenza della moltitudine maschile che sotto la mascherina ormai nasconde la pigrizia di radersi come faceva fino ad un anno fa. E si raccontano le loro giornate. Uno in particolare; l’altro ascolta e annuisce, come se quel che l’altro racconta sia la sua vita. E dunque dicono, uno parlando e l’altro tacendo, che lui il tempo sa come farselo passare, non come questi ragazzi cui sembra mancare il fiato…

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Postilla

P.S. del giorno dopo – dicevo di Noè, e del difficile di un’arca in cui c’è di tutto prima della redenzione_  gli avranno rimproverato l’ubriacatura? non state ad arrampicarvi se prima o dopo: quel che è accaduto nelle dichiarazioni di voto (era di LeU quella dell’incappucciato?) non aveva l’arca come salvezza, ma Noè come bersaglio_ è facile profezia ricordare che la gente non si converte a uno schiocco di dita neppure di un superman_ immaginate se si converte a Dio, che non fa miracoli, che non scaglia fulmini, che non prende lo scranno di presidenza di deputati ripiegati su di sé: loro sì incappucciati…

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Politici

Che all’essere un po’ stupidi e un po’ cattivi, a seguito del covid, non sfuggissero neppure loro, non ci meraviglia: sono uomini fragili come tutti. Ma che la loro stupidità cucinata con la cattiveria venisse a galla durante questo tempo che segna un malessere universale, loro potrebbero risparmiarcelo. Da oltre oceano alla penisola è la stessa incapacità di assumere il limite: lo stiamo vedendo là, con un capo che incita alle rivolte; e qui con un leader che è ingrumato da due anni per una sconfitta che l’ha messo nelle retrovie. E così si mette in discussione la regola fondamentale della democrazia, che è riconoscere le ragioni dell’altro. Non possiamo far altro che stare alla finestra a vedere quel che succede; di scendere in piazza come sardine a dire che ci siamo anche noi, e dirlo…

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Christmas

Il bisesto funesto sta per finire: solo per chi crede che il tempo non sia tutto attaccato; e dunque c’è il pericolo, per loro, che rimangano delusi – ché le guerre continuano, i virus non smettono, e la stupidità continua a generare umani. Chi non crede che un giorno in più sul calendario porti o tolga disgrazie, non si illude: sa che a meno delle grandi oscillazioni della storia si va dall’oggi al domani portandosi nella bisaccia della vita buon grano e loglio. Preparati alla vita, che è alti e bassi, bellezze che danno valore anche alle deficienze, questo il compito di ogni giorno. Non sarà mai detto a sufficienza dell’avvicinamento spurio a questo natale, per la domanda asmatica che ha percorso la penisola – che natale sarà? – con il natale tutto minuscolo per come la domanda lo…

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Appunto

Perché perdere tempo a lamentarci della notte, mentre ci aspetta la luce del giorno? ce lo ricorda il Papa. Ma  appunto: L. de Góngora y Argote, il poeta spagnolo del seicento, citato nel Diario ultimo del card Ravasi, ammonisce sul retto uso del tempo: “Non risparmieranno neppure te le ore, / le ore che vanno limando i giorni / i giorni che vanno rodendo gli anni”. Ecco perché sognare ad occhi aperti non fa bene. Immaginavo in questi giorni quanti avrebbero sognato di essere il medico di quel calciatore a cui ora vogliono intestare lo stadio (boh?!). Al massimo della fama riflessa e degli emolumenti – bella parola per non nominare il tanto denaro che ora arriccia la vita ai tanti eredi sparsi nel mondo – quel medico ci è riuscito, e per quel sogno viene osannato e poi travolto in un…

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