Benvenuti …
… nel sito dell’antico Priorato cluniacense di s. Egidio in Fontanella, ora Cappella vescovile. La comunità cattolica che vive nella terra bergamasca, insieme al suo Vescovo Francesco, vi saluta con semplicità e cordialità. Sono passati più di novecento anni da quando Alberto da Prezzate fondò la chiesa di S. Egidio e il monastero benedettino adiacente. Le generazioni si sono susseguite nello scorrere dei secoli, come le stagioni, come gli eventi della piccola e grande storia degli uomini. Eppure mai han cessato di risuonare nella quiete del chiostro e all’ombra delle possenti mura di questa chiesa i passi dei viandanti. Qui sono passati uomini, con il loro carico di gioie e dolori, per rivolgere una preghiera, chiedere un aiuto, ascoltare la Parola, respirare la presenza dell’Assoluto. Nel cuore della collina, tra pietre sacre e preziosi silenzi cari al santo papa Giovanni e al poeta padre Davide Turoldo, qui sarete i benvenuti, qui dove tutto parla del Dio Trinitario Padre, Figlio e Spirito Santo, e del Crocifisso Risorto, che accoglie i passi di tutti e ciascuno. Qui, ci si fa tua compagnia, fraternamente, in questo angolo di storia che percorriamo insieme. Questa è la casa del Signore, questa è casa tua: grazie per essere qui tra noi e buon viaggio!             
 il Priore, rettore dell’Abbazia

l'Angolo

Sii gentile,
di Charles Bukowski

Ci si chiede sempre
di comprendere il punto di vista
dell’altra persona,
non importa quanto
antiquato
sciocco
o odioso.
a uno si chiede
di considerare
con
gentilezza
il loro errore integrale
la loro vita sprecata
soprattutto se
sono vecchi.
ma l’età è la somma delle
nostre azioni.
essi sono invecchiati
male
perché hanno
vissuto
sfocati,
si sono rifiutati
di vedere.
non è colpa loro?
di chi è la colpa?
mia?
mi si chiede di nascondere
loro
il mio punto di vista
per paura della loro
paura.
l’età non è un crimine
ma la vergogna
di una vita
deliberatamente
sprecata
tra tante
vite
deliberatamente
sprecate
lo è.

Ipse Dixit

E’ in gioco l’interesse tuo, quando brucia il muro del vicino. Orazio

Diario

auguri per ’24 che lascia il passo al ’25: tutto il tempo, sempre in cammino_

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Segnalazioni/Corrispondenze

«Non ascoltare il Vangelo è una tragedia»,
di Massimo Cacciari, da Il Corriere 24.12.2024

Che senso ha il Giubileo oggi, professore? «Non certo quello di giubilare. L’etimo è inventato ma bello, il Giubileo è una bella notizia che dovrebbe far gridare di gioia, il momento della conversione che produce risultati concreti come la remissione dei debiti. E invece…». Il filosofo Massimo Cacciari non ha grandi aspettative: «Vede, le figure degli ultimi pontefici sono tragiche. Hanno cercato di restituire al Giubileo il suo significato perché conoscevano la situazione».
E qual è, la situazione? «Il problema non è la secolarizzazione, come si sostiene. Si potrebbe anzi affermare che inizia con il cristianesimo: è il cristianesimo stesso a dire che dobbiamo vivere nel secolo, cos’è l’incarnazione se no? Gesù passa attraverso il laós, il popolo, è laico. Parlare di secolarizzazione non dice la tragedia».
E la tragedia dove sta? «Nella scristianizzazione. Nel fatto che non si ascoltano più le parole di Gesù. Puoi benissimo non credere in Dio, non credere che Gesù sia il Lógos che sta presso Dio eccetera, ma le sue sono parole di una figura storica, pronunciate e trasmesse. Qui non c’entra la “morte di Dio” alla Nietzsche. Sono le parole del Vangelo, le Beatitudini, il Samaritano, che oggi tacciono».
Come, tacciono? «Pensi al modo in cui sono state affrontate le ultime guerre, ai naufraghi lasciati affogare. È evidente che le parole del Vangelo non hanno contato nulla. Non che abbiano mai agito profondamente, già Kierkegaard parlava di duemila anni di scandalo. E tuttavia vi era una disponibilità all’ascolto in vastissimi strati della società e della politica. Malgrado non si siano mai davvero incarnate, se non in figure straordinarie come Francesco d’assisi, almeno chiamavano. Potevo non sentire la forza di seguirle, ma chiamavano».
Resta la tragicità della situazione. «Sì. È tragica la figura di Wojtyla che lotta tutta la vita contro l’ateismo comunista e scopre infine che il pericolo viene dal consumismo. È tragico Ratzinger, grande teologo e grande europeo, che vede la scristianizzazione nel centro sacrale della cristianità, Roma, l’europa, e si dimette perché non dilaghi nella stessa Chiesa. Ed è tragico Francesco che la dà per scontata e parla di periferie: d’accordo, ma come si fa? Che senso ha parlare di periferie se viene meno il centro?».

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Via Crucis dell'oggi

Protestantesimo

Laudato sì

daQui

Dall’incidente della notte di Natale, alla sinistra, intesa come mano, sto chiedendo molto, e vi assicuro che sa rispondere bene. Ma non fino al punto di poter scrivere un testo, pur premendo in mente. E dunque ripropongo un articolo del 13 gennaio del 2013. Lontano sì, ma traducibile nell’oggi, chiamati sempre ad uscire da e da, ma …

Egredere, sed non omnis
Uscire, ma non del tutto. Quando ho pensato di trascrivere questo antico ammonimento sul portale del Tempio appena riqualificato (a S. Lucia, la chiesa prepositurale in Bergamo), avevo voluto dare il segno di un rinnovamento di strutture che non racchiudono, e non possono racchiudere del tutto il senso della vita. Anche dalla presenza del Signore, che si rende visibile nei sacramenti, si esce fuori. Per reincontrarlo sui marciapiedi o sui pianerottoli, certo; ma le facce diverse costringono a misurarsi con un Dio diverso: il Dio della collera, della tristezza, della seduzione, il Dio che s’affaccia in poveri cristi sperduti. Ma anche un Dio della gioia che ti sorride, della generosità che ti presta il sale, della bellezza che inonda la giornata. Occorre uscire.
E se occorra uscire da qui: da queste pietre antiche che trasudano un silenzio di preghiera, da questi vigneti che dicono, scheletrici in questa stagione, la promessa del vino nuovo. Uscir fuori da queste colline, come dal Tabor: è bello, ma occorre scendere. Dove c’è la vita, dove c’è il Signore da incontrare nelle diversità della sua incarnazione. Raccolgo da qualche mese le storie di chi passa, e il desiderio di tutti di pensarsi qui per sempre: raccolgo quella sotterranea voglia di fuga che ci prende anche nelle stagioni migliori della vita. Certamente è desiderio di un attimo: ma è segno del qualcos’altro che ci spetta, e nella speranza della fede, ci aspetta. Ci spetta per il riflesso di sé che il Creatore ha messo in ciascuno, e ci aspetta per grazia del Figlio nostro salvatore.
Uscire, occorre, e sempre nella vita. Non attaccarsi. Vivere la povertà come un distacco continuo. Non arroccarsi sulle proprie ragioni, e neppure su bandiere sbrecciate. Occorre uscire. Ma non del tutto: una parte di Lui, e della Sua bellezza, sempre ad accompagnarci. Il corposo della sua parola sempre ad orientare. Per non uscir fuori, e non sapere chi e che cosa ci è chiesto nei giorni.
15 gennaio 2025 

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Informazioni

La chiesa abbaziale
è aperta dalle 8 del mattino fino al calar del sole.

La Domenica, e nelle feste del Signore e dei Santi, l’Eucarestia si celebra in Abbazia alle ore 10,30.

Per richieste personali al Rettore:
e-mail:
attobianchi@gmail.com
telefono: 035.4362202 (preferibilmente il mattino dalle 7,30 alle 8,30).

Per uso degli spazi della Rettoria:
telefonare o mandare sms al 339.3765458 o inviare mail:
giudittaperico@gmail.com

Apertura: tutto l’anno.
Attività: Esercizi Spirituali, Ritiri, Giornate di Spiritualità, Convegni. Ci si può far guidare o da propri referenti o dal rettore dell’Abbazia.Tipologia ospiti: sacerdoti, diaconi, religiose/i, giovani e adulti laici.

Ricettività: 20 posti letto disposti in: 1 camera singola, 1 camera a 5 posti letto singoli, 1 camera a 7 posti letto a castello. Una camera è dotata di servizio privato, le restanti camere sono dotate di servizi in comune.

Servizi: ogni giorno, possibilità di celebrazioni per gruppi.

Casa non attrezzata per accoglienza disabili.

Per disposizione vescovile in questa chiesa ordinariamente non si celebrano sacramenti di battesimo e matrimonio, se non per le persone residenti nella parrocchia_

COME RAGGIUNGERCI:
• auto e bus privati trovano parcheggi su via Fontanella alta e/o via Reg. Teoperga
• treno (la stazione più vicina, Terno, dista 4 Km)
• bus pubblici (la fermata si trova a 2 km)

PER DONAZIONI:
Cc bancario: Bianchi Attilio – Rettoria s. Egidio
Cassa rurale BCC di Treviglio s.c. – IT 73F0889952780000000370654


Il Vangelo secondo Santa Marta

Questa notte, che cosa dice ancora alle nostre vite? Dopo due millenni dalla nascita di Gesù, dopo molti Natali festeggiati tra addobbi e regali, dopo tanto consumismo che ha avvolto il mistero che celebriamo, c’è un rischio: sappiamo tante cose sul Natale, ma ne scordiamo il significato. E allora, come ritrovare il senso del Natale? E soprattutto, dove andare a cercarlo? Il Natale è un incontro: non solo una ricorrenza temporale oppure un ricordo di qualcosa bella. Il Natale è di più. Noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. Dunque nel periodo dell’Avvento camminiamo per incontrarlo. Incontrarlo con il cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come lui è; incontrarlo con fede.

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contrAppunti

Anche il comune di Villa San Giovanni e Reggio Calabria hanno presentato ricorso al Tar per contro il ponte sullo Stretto di Messina. Come hanno fatto il Wwf, la Lipu e Legambiente, i due enti locali calabresi si sono appellati al tribunale amministrativo del Lazio per chiedere l’annullamento del parere della Commissione di Valutazione Impatto Ambientale. Secondo Reggio Calabria e Villa San Giovanni, la valutazione d’impatto ambientale è stata «condotta sulla base di documentazione anacronistica e inattuale». Ma non solo, la città dello Stretto e i comuni del territorio contestano l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica (Vas) che considerasse tra le alternative anche un’eventuale mancata costruzione del ponte.
E tuttavia, l’altro ieri stanziato un miliardo in più sul gran totale: a dire quanto il governo ascolti il popolo.

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