Paura

Certo è il sentimento di questi terribili giorni, per uomini e donne di quella terra che non smette di sussultare, dopo la scossa che ha seppellito centinaia di familiari. Una paura ormai inscritta nella genetica di quegli abitanti, che non possono neppure sperare che quei fenomeni siano occasionali: loro e i loro nonni e i loro trisavoli sanno del ripetersi, a distanza di pochi lustri, dell’infamia delle viscere di quella terra. Una paura che tuttavia non li allontana, in una lotta che gli insegna, di volta in volta, a ricostruire e sempre un po’ meglio. I mostri, anche questo è nel loro nobile diénnea, si sconfiggono non arrendendosi alle loro zampate funeste. Ma di un’altra paura scrivo: di quella che è alimentata - in questo popolo di emigranti dalle Alpi alla Sicilia, per i migranti…

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Democrazia

A proposito di porsi delle domande, piccole sulle cose piccole e mediocri che spesso inceppano la vita, ma le grandi sul destino di questo umano che ci è imbastito su un divino: non da tutti percepito allo stesso modo, ma da tutti riconosciuto seppur sotto nomi diversi. Domande che hanno sete di verità: sete insaziabile per quanto a lungo si viva, ma lì ad alimentare una inquietudine che ascolta, e si fa in alcuni, con accenti più forti, profezia. Cioè, una risposta, per quanto velata, su quel che si vive per quel che ci aspetta: qui, in questo terzo millennio dell’era cristiana, e per l’immediato. Ad esempio, a volte mi chiedo se sono un buon cristiano: e naturalmente mi do risposte diverse a secondo di quel che vivo in quel momento; meno mi chiedo se sono un buon prete, convinto che un…

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Controcorrente

Verità e profezia: parole che sembrano andare contro corrente: e oggi, in questo mondo che sta cadendo come aereo trascinato in vuoto d’aria; e in un’ora in cui tornano azioni che si pensavano confinate nel buio di un certo medioevo - sgozzare, e su un altare. Come nel dramma di Eliot, quel delitto nella cattedrale che è l’emblema di ogni uccisione delle verità che denudano il potere. Verità e profezia, parole che rendono inevitabile porsi domande, ma che nello stesso tempo apostrofano come ribelli, in sospetto d’eresia, o, al meno, coltivatori di zizzania quelli che le pronunciano, quelli che ne scrivono. Se non ipocriti, e solo perché si espongono: pur facendolo in nome non di una propria purità, ma di un dovere alla purità propria e altrui. Se non pretenziosi: come se la verità sia…

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Verità

Non è, cara amica, che ci impuntiamo sugli errori dei cardinali, come se si fosse condotti da “santa” invidia, non tenendo conto dei tanti che, elevati alla porpora, sono degni. Degno è stato certamente il cardinal Martini: l’abbiamo conosciuto, e si è fatto amare per la coerenza della vita ispirata alle Sacre Scritture, lette sull’uomo contemporaneo; degno il cardinale di Firenze, Piovanelli, recentemente mancato: tutta la sua vita è stata esemplare, da parroco a vescovo di Firenze, vivendo in semplicità e armonia in ogni ministero affidatogli. Ma colpisce che così non viva ciascuno di quelli a cui è stato ricordato che vestono di rosso per una missione al martirio. Pur nella diversità di ciascuno. Ma sicuramente una diversità che non  può mai essere affine alle modalità mondane. Il…

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Intimismi

[A buona ragione, alcuni nella Chiesa cattolica si interrogano sul numero dei sacramenti. E non solo per un buon confronto ecumenico – che sia davvero un ascolto reciproco – per capire in che modo la Chiesa evangelica conosca solo due sacramenti, il Battesimo e la Santa Cena. La spiegazione che loro ne danno è che gli altri cinque, conosciuti dalle chiese cattolica e ortodossa ( = cresima, confessione, unzione degli infermi, ordine sacerdotale, matrimonio), non sarebbero stati istituiti da Cristo. È vero: non è facile riconoscere allo stesso modo la definizione di sacramento – segno visibile istituito da Gesù Cristo – a tutti i nostri sette. Ad esempio: se si prende la cresima come invocazione dello Spirito e unzione con il crisma, questo avviene già pienamente nell’atto battesimale. E…

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Guerre (ovvero prevenire)

Ormai si va via per la metà del tutto, in politica: metà di qua, metà di là. Lo si è visto nelle elezioni comunali nostre, e lo si sta vedendo nell’exit della gran Bretagna dall’Europa, oggi. Gli uni contro gli altri, e a parità di forze. È meglio del venticinque per cento che potessero suddividersi quattro partiti? Mah! Cinquanta e cinquanta vuol dire guerra. Lungi da me fare la Cassandra di turno: ma ci siamo beati dell’assenza di guerre, nella storia europea, per un periodo lungo quanto mai. E ora? Basta quanto la notte ha consegnato alla cronaca? E quanto consegnerà, se i lepenisti di qua e di là delle Alpi – in combutta con le frange neofasciste dell’est - avessero la capacità di titillare ancor più la pancia delle genti nell’avviarle alla riconquista dell’indipendenza? E i muri che…

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Visioni

Avete notato, di questi giorni, i bellissimi cieli che s’affacciano dopo un temporale? Bianchi cumuli di nuvole lattiginose, fissati sull’azzurro, in una plasticità che neppure Michelangelo... In viaggio, qualche giorno fa, a distrarre un poco dalla guida: ma basta mettersi sulla corsia di destra, quella meno frequentata, e prendersi una velocità che permette di osservare senza pericolo. E pensieri che accompagnano, sollecitati dal teatro della natura: senza alcuna apparente parentela, ma non è detto. Appunto, in quel viaggio, giorno in cui la liturgia festeggia il Cuore di Gesù, riverberi di considerazioni, slegate ma non troppo. Una festa, quella, a cui togliere i riferimenti zuccherosi, e ottocenteschi, del Gesù biondo dallo sguardo languido che apre la tunica per mostrare un cuore da…

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Felicità?

Questo maggio, così aprile: con tuoni e rovesci improvvisi di acqua che danza nel vento; vento che mani non acchiappano, ma che c’è; e lo dice questa natura scomposta, pioggia che schiaffeggia in secchiate che nessun ombrello può contenere; e alberi che sembrano avvitarsi su di sé con rami che sfiondano l’uno sull’altro. È bello, ma certo c’è rischio: fulmini che possano entrare da finestre lasciate improvvidamente aperte, o piante, di cui non si è misurata una possibile malattia, che si schiantano improvvisamente su uomini e cose. Ma questo tempo - di mattinate fosche e pomeriggi azzurri, di queste stagioni racchiuse in una sola giornata - , di più mi fa pensare a chi ha della vita una dimensione monocorde. E mi richiama, a mo’ d’esempio, quei fanatici che a Natale partono per spiagge…

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Convivere

No, miei cari, la vena poetica – in scrittura di prosa – permane, e convive. Le grandi distese di campi in fiore, quel giallo dell’erba colza che la pioggia di questi giorni sta mortificando, ma non distruggendo (a questo ci penserà la falce dell’uomo tra non molto); queste distese che trovi nella bassa bergamasca, a citare i campi dipinti da mille sfumature di colori, che hai attraversato in Provenza; no, gli occhi delle emozioni ci stanno ancora: ma convivono. Una sensibilità diversa, che gli anni producono; cicatrici giovani che più si risentono col passare del tempo, e che inducono pruriti problematici. Scriveva Montaigne “grattarsi è una delle gratificazioni più grandi che ci offra la natura, e quella più a portata di mano”. Ma, aggiungeva, purtroppo il pentimento gli sta sempre alle…

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Francesco

Mi si dice che va di moda in ambienti di sacrestia il socci-pensiero. Che è pensiero intollerante e partigiano. Non so quanto i suoi compagni di un tempo -  e di una fede che si fermava in alcuni al dito del don Gius invece che a ciò che esso indicava, il Cristo Signore obbediente non a sé – e quanti si riconoscono oggi in quel movimento, e che non si sono piegati a logiche economiche e di potere, quanti insomma si ritraggano oggi dal sopraddetto pensiero, e lo aiutino - lo curino - con l’evangelica correzione fraterna. Aveva cominciato il nostro denigrando il cardinal Martini, definendolo non cattolico: e solo perché avrebbe, a suo dire, in vita e in morte raccolto solo consensi, che non sono il quid del cristiano che o è perseguitato o non è. (Naturalmente omettendo, e questo almeno il…

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