La chiesa chiede perdono

Quando, il giovedì 17 febbraio 1600, si è bruciato un uomo in Campo de' fiori, a Roma era in corso un grande Giubileo, "un anno di remissione e di perdono, di vera indulgenza e di spirituale allegrezza". C'era la forza di un Concilio, il Tridentino, che aveva rilanciato combattenti per la fede; e lo splendore di una città rinnovata. La domanda che da quattro secoli percorre le coscienze migliori è perché - proprio in quel contesto di perdonanza - non ci fu perdono per il frate Giordano Bruno.

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Onora i vecchi

 Quanto è avvenuto nel tempio (Lc 2,25-39), alcuni giorni dopo che al Bambino nato in Betlemme era stato dato il nome di Gesù, non è prescritto da alcuna legge ebraica. È avvenuto per pura gratuità, forse sulla scorta di esempi che la Scrittura tramandava - vedi la storia di Samuele - e che i genitori più devoti in Israele sapevano imparare per sé. L'evangelista Luca lega alla figura di due vecchi il riconoscimento messianico, il compimento della lunga attesa: come se nella durata dei loro giorni si annidasse il segreto della pazienza, e il premio

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la Trinità di Dio

 L'anno di compimento del Giubileo è anche l'anno di presenza al mistero della Trinità, mistero "per troppa luce" di Dio. E anche se si devono mettere in conto - più di altre volte - i balbettamenti; anche se - meglio di altre volte - ci si deve guardare dalla pretesa di definizioni, che si servono di concetti e poco della sensibilità del cuore; tuttavia è indispensabile non lasciarsi fermare dalla meraviglia che questa verità contiene per la fede dei cristiani. Kant ha scritto: "Dal dogma della Trinità, preso alla lettera, non si può ricavare

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La fede e le opere

Di opere buone è piena la storia della Chiesa, e abbastanza pieni i giorni dei discepoli, soprattutto in alcuni periodi dell'anno, e in alcuni tempi della vita. Ma che le opere buone discendano sempre dalla fonte del Maestro, questo non si può affermare. L'elemosina per placare la coscienza è uno dei rimproveri che reciprocamente ci si dà quando si vuol essere buoni perché richiesti dalle circostanze; così come il pensare - e il lasciar pensare - che il cristianesimo sia essenzialmente la religione dell'amore del prossimo,

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Direzione spirituale

Sui termini - direzione o guida o accompagnamento o paternità nel cammino spirituale - trovate in altre pagine le utili chiarificazioni. È certo tuttavia che la sostanza del tema riporta, per esperienza secolare, a una descrizione decisamente personalistica, a un rapporto a due che, tolta la parentesi dei monaci del deserto, ha sempre visto un ministro ordinato come conduttore. E allora sembra utile incominciare queste riflessioni con una domanda provocatoria: la direzione spirituale è davvero per tutti?

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Confessarsi perché?

La risposta che ci si confessa perché è un sacramento della chiesa non è più così scontata. Tanto che la si potrebbe rovesciare in una domanda provocatoria: perché confessarsi ancora? A venticinque anni dal nuovo ordo poenitentiae, i frutti che ci si attendeva non sono arrivati. I perché sono molti: e stanno, insieme, a proporre il perché di questo dossier. Eppure era, come si vedrà dalle pagine seguenti, una proposta di ampio respiro: sia per la maggiore evidenza dell'aspetto ecclesiale, sia per un più ampio e più diretto riferimento

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Cristianesimo chi sei?

Il cristianesimo dovrebbe saper dire la comunione di uomini e di donne che sperimentano la signoria di Gesù di Nazareth, confessandola e testimoniandola. Se veramente godi di quella relazione, la raccomandi a tutti, non dimenticando di ricordare a tutti quali sono le condizioni di quella relazione amabile. A me pare che verbi come confessare, testimoniare, raccomandare e ricordare possano ben delineare che cosa è il cristianesimo a chi ne chiede conto, direttamente, o solamente venendoti ad abitare vicino. Intanto perché non è solo dottrina

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Cristo sì, Chiesa no

Se le molte migliaia di persone, che stanno sul territorio della mia parrocchia e che ancora sono afflitte dall’obiezione Cristo sì, Chiesa no, si radunassero tutte insieme davanti al loro pastore, temo che vedrebbero la palese insofferenza di chi ritiene ormai datato il tema: sia perché soffre sempre nel vedere comunque sessantottismi ritardati; sia perché non sopporta che quegli anni di non poco conto anche per la fede siano stemperati in nostalgie da ex o rimessi in slogan

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Bibbia

 A una domanda tipo: “Che è successo?”, ci si sente rispondere: ”Un incidente stradale” oppure “Cristo è risorto”. Una notizia, che chiede un racconto del fatto. Il Qoelet non dice proprio così, ma ce lo suggerisce J.B. Metz: c’è un tempo per raccontare e un tempo per argomentare. Ed è questo che ha fatto nascere l’idea del presente dossier. Si contano a migliaia i catechisti, e a milioni le ore di catechesi per giovani e adulti, programmate nelle parrocchie e nei movimenti. Ma si conta anche la crisi,

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Segni dei tempi

Alle molteplici analisi che si possono fare in questa svolta della storia ecclesiale, si devono aggiungere quelle che riguardano il cambiamento culturale del nostro tempo. Senza questa introduzione, ancora una volta si andrebbe verso l’uso di pannicelli caldi, che non metterebbero a fuoco il malessere che si sta vivendo. E dunque non si arriverebbe al cuore delle cose che segnalano le possibilità. E dunque i nuovi segni dei tempi. La Gaudium et spes

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