soldi

Possibile che sia sempre una questione di soldi? Quando succedono incidenti mortali negli ospedali, più o meno colposi, le prime parole sono “voglio giustizia”: e subito si capisce che si intende dire soldi; a meno di tre giorni dal dramma del pilota che porta alla morte con sé tutto un aereo con il suo carico di vite, subito si ipotizzano 38milioni di euro che la compagnia dovrà pagare ai familiari; e il risarcimento per quel Lele che ha passato otto anni tra processi e carcere, il giorno dopo (il giorno dopo!) lui lo monetizza in mezzo milione di euro. Ora, si capisce tutto, perché se capitasse a noi... Ma almeno il tempo del pianto urlato o sommesso, il tempo dell’elaborazione di una perdita! O, nel caso dell’imputato (ora ex) del delitto di Perugia, qualche giorno di assaporamento…

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il nome di Gesù

(a richiesta, il brano letto nella celebrazione della passata domenica, con la riflessione sui martiri che confessano il Signore, sia cristiani sia di altre fedi)  Il vescovo copto di Giza, cittadina egiziana, nel guardare il video della esecuzione dei ventuno lavoratori cristiani copti, uccisi dall’Isis, ha osservato le labbra dei condannati negli ultimi istanti, e dal labiale ha letto che invocavano il nome di Gesù Cristo. Nell’incendio che si va al largando sulla Libia questa potrà apparire una notizia minore. Non sarebbe stato umanamente più comprensibile, in quell’ultimo istante, supplicare pietà, o maledire gli assassini? Per noi europei, nati in una Chiesa non fisicamente minacciata, è ragione quasi di uno sbalordimento quell’estremo invocare Cristo, nell’ultimo istante. Noi, che,…

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Giubileo

Perché? Perché sì. Perché no. L’altra sera, freschi dell’annuncio, si ritrovano alcuni preti. E dicono la loro, come è giusto, dato che si sentono (e sono) la piattaforma della chiesa: costruiteci quel che volete, ma senza la loro Eucarestia diffusa, che Chiesa sarebbe? Dunque, ed inevitabile, i pareri sono discordi: sia in termini ecclesiologici, sia pratici. Con qualche pregiudiziale ideologica, inutile nascondersi, che in due o tre di loro ha la valenza di una carica improvvisa di alti cumuli in una giornata di sole, bianchissimi, a bucare l'azzurro! Da lì l’animazione, comunque allegra per via di quel vino novello sceso giù dalla collina. E dunque c’è chi racconta di una occasione proficua, sperimentata all’inizio del millennio: la parrocchia chiamata a rovesciare ritmi e tempi di…

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il papa a Cl

Le parole che abbiamo detto, inascoltati, in quarant'anni; che avremmo desiderato avessero detto i papi eccessivamente amanti dei movimenti; le parole dette ieri agli ottantamila convenuti: e che le loro orecchie siano state toccate dal fruscio del vento dello Spirito! e le nostre labbra lontane dal giudizio, seppur piegate a un innocente sorriso --- Tenete vivo il fuoco del vostro incontro con la misericordia di Gesù. Un fuoco scoppiettante e non uno strato di nobile cenere, da conservare con cura. Ha fatto del bene a me don Giussani, alla mia persona e al mio sacerdozio. In particolare, per quel suo insistere sull’esperienza dell’“incontro” “non con un’idea, ma con una Persona”, con la carezza della misericordia di Gesù. E infatti la morale cristiana non è lo sforzo titanico,…

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applauso?

Smetto di fare il prete. Ormai sono ricorrenti questi abbandoni. Rassegnati i vescovi, chiamati ad essere burocrati di una decisione sulla quale neppure è richiesta una loro fraterna consulenza. Impietriti alcuni (pochi) fedeli, per i quali la dedizione è un impegno cui si chiamano essi stessi ogni giorno. Per altri non è che una tappa prevedibile: o per il tipo di persona (certe vocazioni si fondano su improvvisazioni di sé non accompagnate da un sincero discernimento: c’era da aspettarselo, dicono i compaesani delle origini); o per il tipo di vita (ed è l’incomprensibilità del celibato per uomini che vivono nel mondo, mentre la compagnia di un monastero lo renderebbe credibile, si pensa); o, e soprattutto, perché la fedeltà non è più una virtù (e si dice, la vita lunga, che oggi è data,…

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memoria

Mio padre è stato un deportato nei campi di lavoro nazisti. Un quadro, 50x35, appeso nella cucina soggiorno, me lo ha ricordato fin dalle prime curiosità dell'infanzia. Accanto ad alcune parole tedesche che tornavano nei racconti serali, da stanza a stanza, vigilia di un sonno che non veniva, non si voleva che venisse, né a lui né a me. Come kartoffel: simbolo di una fame atroce, e non erano patate ma pelli di patate: buttate dall’apparente pietà di uno di quel popolo, che contemporaneamente aizzava un cane latrante; o kaputt: minaccia totale ricorrente per ogni spossatezza. Mio padre è tornato dopo tre anni di prigionia, ha potuto raccontare quei giorni e l’antipasto che fu la sua guerra di Albania e Grecia, degli stracci ai piedi al posto di calzature nei trasferimenti kilometrici da…

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ipocriti

Si può cominciare un anno politicamente scorretti? Perché politicamente scorretti nel gorgo di una tragedia sono i fatti parigini di questi giorni: ammazzare mai, nessuno, neppure il peggior nemico. È il segno di Caino che la Scrittura (ancora non) ha insegnato alle tre religioni monoteiste, dunque molto cugine tra loro: nessuno gli metta le mani addosso, nonostante Abele. Politicamente scorretti? a ricordare che il nome di Dio l’hanno usato tutte, nel fare violenza al nemico: gli ebrei prima, i cristiani poi, e, non da adesso solamente, gli islamiti. Pietà dunque per quei redattori ammazzati. Ma è politicamente scorretto fare oggi le pulci, con l’asfalto soprattutto insanguinato, oltre che dal loro, da quel poliziotto che non ottiene pietà da un barbaro senza pietà? Anche se non avevano…

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advesperascit

Ultimo giorno dell’anno, e scrivo mentre la sera di questi 365 giorni si avvicina. Non che sia quel trapasso che il più della gente si aspetta: rivoluzionario, e pieno di aspettative che proiettano verso un benessere senza più alcun malessere. No!; oggi è mercoledì e domani è giovedì: ma questo ce lo diciamo noi, in barba agli oroscopi che oggi ti dicono che dalla mezzanotte cambia la direzione dell’esistenza a seconda che Saturno s’aggiri o no nelle tue caselle. E infatti, all'interno di un oroscopo , le caratteristiche principali di questo pianeta gassoso sono la logica e la privazione: in altre parole, sarebbe la ragione senza sentimento. Saturno, che nella mitologia romana corrisponde al greco Kronos, il tempo, è spesso raffigurato come un vecchio: e dunque come ciò che è stato e sta…

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presepe

A colpi di crocifisso, prima, a colpi di presepe, ora. Inevitabile che non si possa vivere in pace, con vicini che hanno per comandamento quello di non sopportare il prossimo lontano? Se di colore, se di etnia, se di religione, se di geografia diverse dalle proprie? La cronaca è recente, ma viene da lontano, con sciocchezze da ripartire tra fazioni: si può o non si può allestire il presepe nelle scuole? Non si turbano i bambini di altre religioni? Ma i cristiani, è giusto che non abbiano uno dei tanti segni da cui si è costruita la nostra cultura? Le ragioni si spartiscono, come i torti. E la laicità invocata dagli uni si annienta per l’incapacità degli altri di essere laici; attenti a tutti, senza perdere nulla di ciascuno: un assioma che non entra. Ho un amico di fede mussulmana: senza…

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sopralzi

Se ne possono vedere su case di un tempo: acquisto di spazi per ingrandire, a volte per il bisogno di famiglie aumentate di numero, a volte solo per darsi un attico a nobilitare il proprio status. A volte ben studiati, a volte no: ma non sempre il gusto architettonico delle prime costruzioni è rispettato. E il risultato in certi casi chiederebbe l’abbattimento come per il mostro di Alimuri testé demolito. Ma, andando su e giù per la bergamasca, è dai sopralzi di alcune torri campanarie che mi sento disturbato: ben altre cose dovrebbero infastidire, dite? E come no! Ma a volte ciò che conta di meno mitiga o allenta le “altre cose”. Dunque, in un certo tempo si sono costruiti i campanili: nel seicento, settecento, ottocento. Dopo alcuni anni, o anche subito, a seconda delle fregole di…

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