fraternità, fiducia

 Ovvero, quando due sostantivi si illuminano a vicenda nelle vicende che attraversiamo. Alla chiesa di Bergamo il vescovo Francesco ha consegnato il motto fraternità perché ci si lavorasse, quest’anno: un programma pastorale appunto. Che qualcuno non ha saputo trasformare in virtù, non declinando quella parola in una delle altre che la compongono, ma prendendola come fosse essa stessa già una virtù. Eppure sono parroci per altro intelligenti – per altro – quelli che non hanno saputo distinguere tra fraternità come un metodo di vita cristiana, e le virtù che possono aiutare il farsi della fraternità. Così, nel consenso che un governo deve chiedere al Parlamento si parla difiducia: che è passaggio istituzionale, concordanza di intenti di alcune parti politiche a un programma.…

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finalmente Romero

 Una di quelle notizie che ci aspettiamo da tempo, a indicare finalmente una svolta. A cinquant’anni dal Concilio, che per tanti se e ma di opportunità talvolta meschine, non è stato lasciato fiorire, papa Francesco insegna: “Il Concilio è stato un’opera bella dello Spirito Santo. Pensate a Papa Giovanni: sembrava un parroco buono e lui è stato obbediente allo Spirito Santo e ha fatto quello. Ma dopo 50 anni, abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel Concilio? In quella continuità della crescita della Chiesa che è stato il Concilio? No. Festeggiamo questo anniversario, facciamo un monumento, ma che non dia fastidio. Non vogliamo cambiare. Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo…

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il giorno che cambia

Da qui i tramonti non si vedono. Rivolti a sud, abbracciati dal monte Canto che si piega in due quinte quasi a contenere questa terra, ci è impedito il tramonto, e pure l’alba. Non che non sorga il sole, o qui non si spenga la sera: non lo si vede sorgere, né tuffarsi nell'altro mondo, con quei colori - carminio e giallo e acquamarina - che, venendo dalla città nella piana di Mapello, là sopra l'Adda ti incendiano il cuore. Qui si è quasi fissati nel pieno del giorno: di sole sono assetati i vitigni migliori, di sole le donne che un tempo cantavano sul respiro talvolta non limpido della pianura che si stende davanti. E la luce di questa primavera finalmente incominciata rende giustizia a un’attesa prolungata, fatta di piogge e di cieli grigi: ma ogni stagione prepara le seguenti,…

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la mula del papa

Oggi, domenica in Albis, il papa entra in S. Giovanni in Laterano, sede del vescovo di Roma. Non è la basilica di san Pietro la sua chiesa, ma questa. E probabilmente dal prossimo papa, di correzione in correzione, qui verrà celebrata la prima messa dopo l'elezione. O almeno così si spera, se è vero che i segni a volte sono essi stessi sostanza. Vescovo di Roma, dunque qui: un tempo, lontano da noi, il papa arrivava con una cavalcata a dorso di mula; attraversava tutti i monumenti simboli del potere che gli era soprattutto riconosciuto nel triregno, il copricapo che dal 1300 lo segnalava come Padre dei principi e dei re, Rettore del mondo, Vicario di Cristo in Terra. Se sui due primi titoli è evidente il fuoritempo, sull'ultimo c'è ancora ambiguità, per altro prolungata…

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con fiducia, senza illusioni

Ore 23 - vedo dal telegiornale che nella celebrazione imbraccia il pastorale di Paolo VI, abbandonando la croce dorata messa in mano al suo predecessore: che legga il nostro sito, e le nostre attese di alltri segni di sobrietà liturgica?!  Gli osanna con i quali è cominciata la sua ultima settimana di vita, avranno impensierito Gesù? La determinazione con cui si è avviato verso Gerusalemme, con il suono delle parole di Tommaso "andiamo anche noi a morire con lui" sembra interrotta da quelle palme sventolanti e da quei mantelli stesi davanti al puledro che lo porta. Uomo del cui patire non c'è ombra, dice la Scittura. Uomo che vive di speranza, come noi, uomo che forse vede allontanarsi da sé l'odio dei nemici? O la percezione di una pausa, una volta di più segno di totale…

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sarà Francesco?

La novità è questa, e nessuno può pretendere di tirarsi addosso il lenzuolo per non vedere e per non sentire, con l’uffa proprio di chi si sente superiore a che il papa sia l’uno o l’altro, nella sua concretezza umana. Certo, a star dietro a tutte le paginate sul nuovo, ci si può perdere: spiato in ogni gesto, in ogni parola. Che lui sia un vento di novità, non c’è dubbio (ma - tra parentesi appunto - una bella novità sono anche le due facce nuove elette per il parlamento italiano: se le lasciano durare, sono segno finalmente di una rottura del recinto della casta_ e per noi che siamo cittadini responsabili del mondo in forza del fatto cristiano, è un sintomo desiderato). Non solo sembra il già citato Antony Quinn cinematografico nella voglia di star fuori da schemi e forme; ma…

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essere preti, di papa francesco

 «Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo. Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l’unzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l’olio di Aronne fino ai bordi della realtà, quando illumina le situazioni limite. Bisogna uscire a sperimentare la nostra unzione il suo potere e la sua efficacia redentrice: nelle “periferie” dove c’è sofferenza, c’è sangue versato, c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni. Non è precisamente nelle autoesperienze o nelle introspezioni reiterate che incontriamo il Signore: i…

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un papa che si fa benedire

E lo fa prima di benedire lui la nostra vita. Con il nome di Francesco. Lui che è un gesuita, che da vescovo ha praticato la sobrietà del tratto e dei mezzi. E con un primo incontro da vescovo di Roma che trasforma in preghiera. Ce n'è a sufficienza per le attese talvolta pregne di sfiducia di molti cristiani in questi giorni di vigilia. Molti miei amici mi hanno sentito negli anni passati dire che sarebbe stata ora che lo Spirito Santo tornasse dall'America Latina. E' tornato. E immagino il sospiro di sollievo di molti padri cardinali: che si sia posato su di lui, Jorge Mario, e non su di loro. I tempi sono difficili, e certamente nessuno di loro è entrato in conclave con la segreta speranza di essere eletto. Lui ha detto di sì, e l'ha detto volendosi far chiamare con il nome del…

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tema : il papa che vorrei

svolgimento – Mi piace tornare sui banchi del liceo con questo compito che i cardinali di santa romana chiesa hanno chiesto a noi preti sparsi nel mondo, e non ai vescovi le cui informazioni sul popolo di Dio le ricavano dalle feste patronali, quando sono ricevuti dalle bande cittadine a suon del noi vogliam Dio: ma quanti! ma che bello! (ché, poi, siamo noi parroci che gli lustriamo il pentolame allo scopo di fargli festa, ma anche di prepararci un encomio che si traduca in una migliore carriera - eh, sì, abbiamo le nostre colpe, ma siamo quelli che poi restano lì, gabbato lo santo, a sorbirci le angosce di senso di scristianizzati frequentatori di chiesa). Dunque, in un momento in cui tutti dicono la loro, ecco la nostra, di parroci: il papa che vorrei? lo vorrei giovane,…

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papa benedetto, grazie

In auto, un flash che interrompe una trasmissione su temi medici, e la notizia che il papa si dimette. E si dimette in una data precisa. E’ carnevale, e uno pensa subito a uno scherzo che qualche apprendista di agenzia trasmette cercando di dare lo scoop. E invece, dalle vetrine della città rimbalza ormai accertata. Pensieri che si accavallano, ma uno primariamente: il coraggio di un papa coerente. Ho avuto in passato da difendere il suo pensiero con amici convinti di un conservatorismo del Pastore tedesco. Da sempre ho seguito la sua bibliografia, e il mio convincimento era maturato in altra direzione: né conservatore né progressista, un uomo leale, sincero e umile. Con i suoi limiti culturali, dovuti a quella formazione da cui ciascuno di noi è condizionato. E così, nel rispetto dovuto,…

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