Ore 23 – vedo dal telegiornale che nella celebrazione imbraccia il pastorale di Paolo VI, abbandonando la croce dorata messa in mano al suo predecessore: che legga il nostro sito, e le nostre attese di alltri segni di sobrietà liturgica?!

 Gli osanna con i quali è cominciata la sua ultima settimana di vita, avranno impensierito Gesù? La determinazione con cui si è avviato verso Gerusalemme, con il suono delle parole di Tommaso “andiamo anche noi a morire con lui” sembra interrotta da quelle palme sventolanti e da quei mantelli stesi davanti al puledro che lo porta. Uomo del cui patire non c’è ombra, dice la Scittura. Uomo che vive di speranza, come noi, uomo che forse vede allontanarsi da sé l’odio dei nemici? O la percezione di una pausa, una volta di più segno di totale incomprensione di chi lui è? e di che cosa è chiamato a dare, fino al tutto della sua vita. Il giorno dello sventolio delle palme, è anche l’ultima illusione di Giuda: quel regno su cui ha scommesso la sua appartenenza al Nazareno, non è per nulla perduto, forse pensa. Ma gli bastano tre giorni per deludersi di nuovo, e lo vende a chi lo odia: forse con le lacrime negli occhi del cuore, chi lo può negare in assoluto, o forse con la segreta speranza che rendendolo un martire non tutto è perduto. — Pensieri scaturiti dalla foto: giorni di gloria per Francesco, ma la palma che stringe non può fargli dimenticare la croce a cui è stato avviato. La croce che può essere resa più pesante da chi lo vorrebbe diverso: da chi teme una svolta verso una sobrietà che attaccasse le certezze di un potere consolidato da tronfi ritualismi che allontanano dal Risorto più di quanto non facciano i senzadio. Già c’è chi arriccia il naso, e la lingua. Aiutiamolo: in tutti i giovedì santo che celebrerà con noi, portandoci l’imperativo dolcissimo del servizio; e nei venerdì santo che vivrà appeso alle  incapacità della Chiesa nel seguirlo; e nei silenzi dei sabati santi che segneranno i dubbi della fede, nostra e sua. Aiutiamolo ad arrivare ogni giorno, nonostante, a quell’attimo pasquale che rigenera la vita: la sua per la nostra.