svolgimento – Mi piace tornare sui banchi del liceo con questo compito che i cardinali di santa romana chiesa hanno chiesto a noi preti sparsi nel mondo, e non ai vescovi le cui informazioni sul popolo di Dio le ricavano dalle feste patronali, quando sono ricevuti dalle bande cittadine a suon del noi vogliam Dio: ma quanti! ma che bello! (ché, poi, siamo noi parroci che gli lustriamo il pentolame allo scopo di fargli festa, ma anche di prepararci un encomio che si traduca in una migliore carriera – eh, sì, abbiamo le nostre colpe, ma siamo quelli che poi restano lì, gabbato lo santo, a sorbirci le angosce di senso di scristianizzati frequentatori di chiesa). Dunque, in un momento in cui tutti dicono la loro, ecco la nostra, di parroci: il papa che vorrei? lo vorrei giovane, ma non tantissimo; gagliardo e in salute, certo; capace di guardarsi attorno davvero, magari scendendo dal colle vaticano come quell’Antony Quinn che si traveste da prete, lui papa, e si immerge nella cagnara dei vicoli della città, rischiando di essere anche messo sotto da furgoncini impazziti. E se qualcuno lo potrebbe far fuori, faccia pure: noi instancabilmente ne faremo su un altro, di papa: le tanto vituperate scarpette rosse non sono forse, accanto ad altri simboli, il segno di un cammino verso il martirio che gli è chiesto in forza della sua sequela al Nazzareno? Libero di muoversi, dunque, e non più attorniato, neanche fosse uno statista qualsiasi, da uomini in grigiolondra, con auricolari da griffe e occhi roteanti in sintonia con le spalle: se deve accorgersi delle domande gridate dai ciechi contemporanei, o di quelle che solo gli occhi sanno trasmettere. Vorrei un papa che sappia superare steccati, per non lasciar fuori nessuno: un sorriso alla papa Giovanni, una forza di comunicazione come quella del secondo Giovanni Paolo, ma anche la profondità senza orpelli, essenziale, delle omelie di Benedetto papa. Con l’evidenza di umanità che fu di Paolo VI, quando senza pudore prelatizio gridò il proprio abisso di desolazione di fronte all’umanità perduta di terroristi senza cuore. Vorrei un papa che si rappresentasse davvero come un pastore bello: e non per le vesti riesumate da cerimonieri senza liturgia, e per le mitrie innumerevoli che mani ricamatrici di suore (o furbizie commerciali di negozi di alta moda ecclesiastica… ) vorrebbero deporre sulla sua testa. Un papa che ami la sobrietà dell’istituzione come il primo precetto evangelico e la riporti alla sua essenzialità – non permetta più che si scambi l’episcopato come fosse un’onorificenza: basta segretari e impiegati curiali fatti vescovi; basta con onorificenze che offendono il basso clero, quello che tira la carretta del quotidiano ecclesiastico ed ecclesiale dentro le storie della periferia della chiesa: e dunque basta con quei titoli altisonanti di sua eminenza & eccellenza, reverendissima… come se eminenti ed eccellenti non fossero i (semplici) fedeli tutti del popolo di Dio. E soprattutto un papa vorrei che cacciasse come diabolon chi cercasse di confonderlo dicendo di non badare a righe come queste, ché la chiesa sta da un’altra parte. Un papa accorto, che non si lasci trascinare da nepotismi, e non li permetta a nessuno di quelli che pure hanno responsabilità alte. Un papa che, creando cardinali, non crei dei propri cloni, ma cerchi chi sta nelle valli della vita. Insomma un papa che, dal suo immediato predecessore, abbia imparato a restare un uomo anche dopo che ha ricevuto le chiavi di sanPietro: si ricordi di quando i pietro che l’hanno preceduto eran fatti sedere sulla stercorata, il sedile che ricordava loro di essere ancora sottomessi, come tutti, alle necessità della natura; o di quando davano fuoco a batuffoli di stoppa, una fiammata e via, ricordando loro a voce sempre più alta per tre volte padre santo così passa la gloria del mondo – in parallelo antitetico al lumen Christi pasquale, perché ricordassero di non essere il Cristo in terra, ma servo dei servi di Cristo. Cari cardinali che ci avete chiesto di darvi un identikit, capisco che possiate pensare che un papa così, tutto così, sia difficile da trovare. Troppo? Ma lo Spirito santo di Dio che ha fabbricato l’uomo Gesù nel grembo di Maria, che difficoltà vuoi che abbia a darci un papa così? E poi permettetemi di ricordarvi che non necessariamente dovete trovarlo proprio dentro la Sistina: guardatevi attorno, e vedrete chi lo Spirito del Signore vi indica come da Lui eletto.