E dopo è un adesso. Provo a non essere prevenuto ma non posso negare tutte le perplessità di questi primi giorni: sarà questo strano novembre. Io mi auguro che il governo ci stupisca e faccia cose buone per gli italiani (e non). Sospendere il giudizio in attesa di vedere i risultati. Peccato il detto di Ennio Flaiano che asserisce essere gli italiani sempre pronti a correre sul carro dei vincitori. Ancora una volta.
Quando diciamo “l’Italia ha scelto la Destra” dobbiamo prima definire cosa intendiamo per l’Italia. E cosa intendiamo per Destra. Due esercizi mentali che offro ai cristiani. Loro hanno scelto la destra? Da italiani? Nel giorno in cui viene eletto a presidente di una camera del parlamento un signore che si definisce cattolico, e si è fatto sposare con il rito tridentino da uno di quei preti che credono di credere in Dio perché si vestono “come ci si vestiva” (approccio di molti pretini appena sfornati, a detta dei loro parroci); uno che lotta per l’incremento della natalità – italiana non di quella dei migrati – e forse non può avere più di un figlio e pazienza che non possa dare il buon esempio; uno che inneggia ai fascisti greci dell’Alba dorata, forse per non rovinarsi del tutto in patria; insomma, uno così rappresenterà quali fedeli cattolici di questa nazione? Quelli delle piazze del familismo, quelli che inneggiano ai principi inderogabili, e che in nome di una approssimazione devastante al Vangelo, proclamano, come lui dice, “Ama il prossimo tuo, cioè quello vicino a te” – che è l’esatto opposto del farsi vicino che il Vangelo chiede, per giustificare il respingimento di chi bussa alle porte dalla miseria*. Sull’altro scranno un post fascista la cui storia speculare in termini di civiltà democratica ci è narrata da cronisti che hanno pane per i loro pezzi di colore. Entrambi un saluto al sommo pontefice, quel Francesco che va bene ormai a tutti, persino a loro che nei fatti ne rinnegano la predicazione. E di questi giorni in particolare va bene a quei pacifisti del né-né: quelli equidistanti (!). Fa specie che vada bene a quelli che sembrano tanto i succedanei del no a tutto, dei negazionisti della realtà: sia un virus o la terra tonda. Quei pacifisti che – lontani dall’essere i costruttori di pace delle Beatitudini – non sanno udire l’afflato di speranza che sta nel servizio del vescovo di Roma. Che non chiama bene il male, ma così tenta di sconfiggerlo, e conduce per mano dentro la fragilità umana. E dunque: quale destra? Quella che rinnega i diritti di tutti ad essere accolti nelle loro diversità di cultura, di fede, di etnia? E quali italiani hanno scelto la destra? i cattolici? Ma sanno che così aiutano ad allontanare il Vangelo dalle coscienze? Ebbene sì: non c’è più destra, non c’è più sinistra: e lo dicono quelli di destra, chi sa perché. O si sa? Gregge, e non uomini. Ma non lo dicano i Vescovi: di quale chiesa parlano, quale incontrano nei loro pellegrinaggi parrocchiali? Incontrano queste persone che hanno votato pensando alle bollette – e certo! – o alla vita? quella dalla culla alla tomba, con quegli slanci che ogni età chiede per uscire verso la vita eterna? E dunque con quel rischio del seguire le parole del Signore che giudicano, pur senza condannare? Il voto come una grazia: a far accorgere che le chiese semivuote non sono infausta conseguenza del concilio; ma quell’assestamento sulla pancia del secolo che prende vigore dal panem et circenses per sé. Dice il neo presidente della camera: “Quando andiamo a messa mia moglie si mette al primo banco, io all’ultimo”. Dunque c’è speranza, per ogni peccatore che si converte. 14 ottobre 2022
* Come tutti i cattolici integristi è ignorante nonostante le tre lauree che si attribuisce nel curriculum dei deputati: cattivo esempio per chi crede nello studio del sapere e non nei titoli accademici_