L’estate non spegne le due lobby che si nutrono di mala erba da alcuni anni. E nonostante che i fatti siano lì ad affossare le loro opinioni. Come fine si danno al tiro al piccione di chi gli è meglio, molto meglio: nella chiesa attaccano Bergoglio nella politica attaccano Draghi. Avevano cominciato con il papa e proseguono con il premier; nella speranza di abbatterli sbertucciano quanti dicono vuoi vedere che non ci siamo? La loro voglia che le cose vadano male. Imbecilli o ignoranti? È il rancore plebeo di certi giornalisti che lavorano su sponde confinanti. Parafrasando un famoso testo di Giovanni: «Se temi gli inconvenienti di abbracciate il fratello che vedi, come correrai il rischio di abbracciare Cristo che non vedi?». Ma non so quanto siano interessati.
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In un libretto ancora oggi molto seducente, Bruno Munari parla di fantasia. E tra le conclusioni alle quali giunge ce n’è una che a me pare interessante: fantasia è capovolgimento delle cose. Fa esempi: Venezia piena di automobili; un ramo di pero carico di pomodori; o pioggia che cade all’in su. Un esercizio di sguardi nuovi. Ad esempio: finalmente il re nudo nella chiesa, svestiti tutti di quegli orpelli – dalle mitrie ai calzari con la fibbia – che pretendono di onorare il nostro Signore, che pure “non ha dove posare il capo”, immagina se vive di armadi di sacrestia. Che cosa ne pensate? ci si arriverà?
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Un sillogismo su cui facevo impazzire i miei alunni di quinta, nella lettura di Tolstoj: “Caio è un uomo, gli uomini sono mortali, Caio è mortale”. È qualcosa di giusto in sé, in relazione a tutti i Caio del mondo, non in relazione a se stessi. Un conto è l’uomo in generale, e allora quel sillogismo era perfettamente giusto; un conto eri tu, che non eri né Caio né l’uomo in generale, ma un essere particolarissimo, completamente diverso da tutti gli altri esseri… Unico. E dunque immortale?
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È la tragedia di chi deve riferirsi ai giudici americani per difendere l’aborto. Lo ha fatto il vescovo Paglia, naturalmente prescindendo dal fatto che non l’aborto ma l’ideologia politica muove quei signori. Boh. Così c’è da chiedersi in che modo si sposta un vescovo per il funerale di un quadriconiugato, e si lascia fuori di chiesa chi sceglie di non farsi trattenere qui a forza, ma di lasciarsi morire. Tutto il manuale di morale da rifare? Ma con coerenza evangelica, finalmente.
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Putiniano a chi? se il patriarca Kirill difende le ragioni per una Russia capitale morale, non può non dirsi putiniano. E infatti non lo dice, anzi. Se un giornalista nostrano che va per la maggiore (sono quelli che vanno per la maggiore che vorrebbero sempre più andare per la maggiore parlando per esserci!) dice che deve pur aver avuto delle ragioni lo zar se ha fatto quel che ha fatto; e tu gli dici sommessamente che nessuna invasione che conduca a tragedie di morte può mai avere giustificazioni; e lui sentendo una velata accusa di probabile putinismo ti ribatte, schifato, come ti permetti? Ma lo è o non lo è?
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Facebook e YouTube di Google sono di gran lunga le media company più importanti d’America. Hanno fatto del cervello degli americani (ma non solo) quello che l’industria del tabacco ha fatto ai loro polmoni. Bisogna agire.