Di uso comune nel linguaggio esortativo di genitori preoccupati: per una uscita serale, per frequentazioni non convincenti, per situazioni abitate da individui poco limpidi. Almeno, una volta era così, e così si diceva. Ora per vero lo si sente meno dire. Forse che tutti son diventati trasparenti? Per poco che si capti, di malintenzionati è piena la terra, ed è un peccato che questo attributo non stia quasi più negli avvertimenti educativi. Senza pesantezze e senza inquisizioni poliziesche. Epperò lasciarsi avvertire da quanto capita per le strade e nei luoghi di ritrovo (siano cantine private o discoteche di diffusa fama) avvertire potrebbe anche essere una prima informale catechesi: guarda che non sei immortale, e può capitare anche a te di finire in cronaca nera, se non scuti e dunque non conosci. Ma malintenzionati come? Treccani racconta di  persona che negli atteggiamenti, nelle parole, nella condotta mostra inequivocabilmente cattive intenzioni, cioè il malcelato proposito di voler nuocere ad altri. Inequivocabilmente e malcelato chiedono approfondimento: se non si deve pensar male gratuitamente di qualcuno, solo perché veste o cammina in modo non simile al proprio; tuttavia malcelato rende sicuro il giudizio, quando traspare che l’altro ha intenzioni variamente maldisposte sul conto di qualcuno. Che il papa attuale cammini ondeggiando per riconosciuti problemi fisici; e che i papi precedenti avessero una andatura più rigida o più pomposa, non è – e lo capirebbe anche un asino se l’asino potesse capire – motivo di condanna dell’uno o degli altri. Eppure qui c’è ancor più di condanna; c’è il tentativo di distruggere. Certi blogger, diaristi vaticanisti, sono evidentemente malevoli: anche se li vedete scrivere che io voglio bene al papa. Ma quel che segue insegnerebbe molte cose alle frecce avvelenate degli indiani dei film western. Sono facce d’angelo, multigenitoriali, passate attraverso centinaia di trasmissioni televisive, con il cupolone sullo sfondo; o si sentono magister per una dislocazione del proprio cognome all’infinito della presunzione; o si nutrono di tristezze che neppure la memoria del loro guru che chiamava a liberazione e comunione rende lucidi; o s’accampano a indire novene per contrastare le eresie che sarebbero nel sinodo amazzonico, cardinali che in barba a disposizioni credono di servire Gesù Cristo facendosi reggere lunghe code purpuree – mentre si fanno finanziare da cortigiani dislocati in una destra che più antievangelica non se ne può. Non è più tempo di scomuniche, certo. E dunque oggi la misericordia in primis dev’essere per quelli che ci stanno vicini: eretici mentre danno dell’eretico, e scismatici mentre predicano che il soglio di Pietro è vacante. Certo criticare è lecito, malevoli no, e lì c’è una malevolenza certificabile. E dunque guardarsi dai malintenzionati è precetto. Misericordes sicut Pater per chi non sa star buono al proprio posto.Anche se occorre soffrire che anche la Chiesa abbia oggi i suoi terrapiattisti. O i suoi vegani di ritorno da mense epuloniche.