Dopo quasi un mese di assenza, il sito è ancora in manutenzione, e dunque lo potete vedere in stato ancora di imbastitura. Si è dovuta cambiare la piattaforma su cui era collocato, con tutto il disagio di rimettersi a imparare il come metterci mano. Il che non è che venga facile, come ciascuno sa quando entra in casa un nuovo microonde, o un nuovo cellulare, o qualsiasi altra macchina di questi tempi perfettamente tecnologici. Hackerati: questo il commento primo degli operatori di fronte al disastro combinato da chissà chi. Introdotto un insetto malefico, che si è mangiato non solo le foglie ma anche le radici del nostro sito: ma introdotto da chi? Di fronte ad operazioni che hanno toccato in questo mese, dicono, cinquanta milioni di social, ci si chiede quali giochi o quali interessi abbiano mosso gli assassini del sistema. Si presume che motivi politici o industriali possono essere sottesi a tanto sforzo di maneggiatori espertissimi e imprendibili (o quasi). Ma per quanto ci riguarda, chi ce l’ha con noi? A chi non piacciamo? Beh, ad essere franchi a qualcuno possiamo no piacere. Nel nostro piccolo, le attenzioni spaziano, e inevitabilmente si toccano le ferite altrui. Anche ferite ecclesiastiche. Non certo ecclesiali: la fede è ben sicura nella sua debolezza. Ma usi e costumi ecclesiastici, quelli che impediscono al mondo di vedere una Chiesa pulita da scorie secolari, da interessi poco consoni al Vangelo, quelli si sono toccati. Ma non credo che qualcuno si prenda la briga di badare a un piccolo spazio nell’universo delle comunicazioni, quali il nostro sito è. E dunque, forse, si è stati associati inconsciamente – per una qualche misura comune – a pentoloni di ben altra statura. Il che però dovrebbe far riflettere. E riflettere con quanti si stanno interrogando sulla pericolosità della cosiddetta intelligenza artificiale. Quanto le macchine guideranno il mondo, invece di essere guidate? E quanto dunque saremo sottoposti ad algoritmi, che – ad esempio – escluderanno quanti hanno come cognome “nero” perché politicamente incorretto? Ci sono fautori di fusione tra uomo e computer. È vero che tanti già hanno operato una fusione tra uomo e animale, e con buona pace degli animalisti non cesseremo di denunciare tale abnormità. Ma tra uomo e una macchina? Forse i credenti hanno un terreno di avvertenze che non esula affatto dalla professione di fede in un creato voluto da Dio perché ruotasse attorno all’uomo. E di cui l’uomo non ne divenisse schiavo.