fake

Scrivo mentre si stanno completando le chiamate per l’elezione dei due presidenti del Parlamento. Che sembra ormai realizzare quanto hanno già detto i muri di Roma, con quella moderna pasquinata del murale che profetizza un abbraccio tra due forze che in campagna elettorale si sono dette opposte l’una all’altra. Ma noi dovremmo gioire purché si realizzi il salmo 85, là dove si auspica che il futuro veda abbracci, sempre. Per la verità, il salmo dice dell’incontro di amore e fedeltà, di giustizia e pace. Ma sono parole che chiunque vorrebbe realizzate, da qualunque abbraccio provengano. O no? Ma sarà così? In un suo studio, l’amico Nando Pagnoncelli dell’Ipsos racconta che quel che è avvenuto all’inizio di marzo è frutto di una campagna elettorale “fake”. Una competizione elettorale basata…

Leggere di più


pregiudizio

Voi pensate che quanti hanno costruito la loro fortuna editoriale e giornalistica sulla antitesi tra Benedetto e Francesco, adesso non si poggeranno ancor più su quel santo di Giovanni Paolo che per essere tirato da parte è stato (ed è) un campione per loro? Voi pensate che dopo lo “stolto pregiudizio” con cui Benedetto ha bollato quanti si schierano per un sedevacantismo si fermeranno? Permettetemi: vi sbagliate. Il soccisottopensiero ha talmente intriso personaggi lontani dalla predicazione evangelica di Francesco da impedir loro di esserne toccati. Papa Bergoglio non è un liberale, secondo le assurde accuse di quelli, ma un radicale, uno che va alla radice del Vangelo. Di lui, di Francesco, si può dire, che piaccia o no, ciò che Hanna Arendt disse del santo papa Giovanni: “un cristiano…

Leggere di più


il-giorno-dopo

Finalmente è l’avverbio di chi si è trovato sul carro dei vincitori. A parte che ci si presume vincitori non essendolo comunque, che piaccia o no. Finalmente tocca a noi: ma se lo dicono gli uni e anche gli altri, dove è il vincitore? Si scrive, e si dice, che per vincere occorre pescare nelle file dei nemici: ma, gli uni e gli altri, fino al giorno prima, a proclamare che nessuno osi cambiare casacca; evidentemente rivolto ai propri, ma se lo fanno gli altri, ben venga, dato che noi i numeri non li abbiamo. Eccetera, eccetera. Questi i risvolti in cui si rifugia chi deve elaborare il lutto di star camminando accanto al carro dei vincitori (ma chi sono quelli che qua e là rompono le file e stanno saltando sul carro? giornalisti? imprenditori? prelati?). Eppure non sono pochi – il quasi 19…

Leggere di più


Vigilia

Di una festa? di un anniversario? No, di un voto. Anzi di milioni di voti che si rovesceranno su un futuro prossimo. Qualcuno ha scritto – o declamato dalla tv – che nessuna campagna elettorale è stata brutta come quella che si chiude oggi. Forse. E qualcuno non lascia lì senza spiegazioni, bontà sua. Ragioni del brutto che tuttavia si possono travolgere dal contrario: è brutto dire che l’avversario mente? o dire che le spara grosse? o accusarlo di essere troppo vago per essere vero? Mai come in questa vigilia il cielo si presenta scuro: non certo per la benefica neve che sta impoetando questi nostri giorni qui in collina; ma un cielo foriero di instabilità – nonostante qualche parte stia cantando vittoria ancor prima di sapere se da casa al seggio qualcuno non finisca per cambiare parere…

Leggere di più