Mi mancava, il buon odore della terra dopo un temporale; e questo vento che sibila tra i rami dei carpini, e l’ondeggiare dell’erba prima delle cadute delle falese, sui confini continentali della vecchia Europa. Non si ha bisogno di andare su Google – come si dice, intendendolo forse come un monte di conoscenza? – per combinare emozioni proprie con i versi di poeti che sono infissi nell’anima. In questi giorni di cambiamento del clima, dopo l’afosità di un’estate per altro benedetta, si può cogliere in maniera più sottile quanto avviene: come se i fiati affannati dell’estate finalmente lasciassero posto al respiro della mente. Che osserva e discerne persone e fatti. E se su di un fatto ne hai versioni diverse? La verità di quel fatto sta in colui cui decidi di credere: ma è una verità? o la tua verità, quella che desideri perché non ti scombina? Si dice di un prete, per altro ammirevole, che non usi mai la parola onnipotenza nei confronti di Dio. Il perché non lo si conosce, ma è facilmente intuibile: ha lo sgomento di un mondo che va alla deriva – e non solo per terremoti o uragani – ma per una malvagità umana. L’onnipotenza di Dio ha sempre avuto a che fare con la libertà dell’uomo; e da sempre è una delle ragioni per cui tanti si dicono agnostici. Puoi ben dire che Dio non è assente ma nascosto, e la storia umana è un susseguirsi di illuminanti sue apparizioni e rivelazioni, di tracce certe anche se spesso indecifrabili della sua presenza. Resta difficile abbandonarsi a un itinerario che conduce a Lui, se non si coltiva la fede-fiducia nel suo esserci accanto, ma soprattutto se ci si arrende di fronte a una cronaca che sembra solo voler portare lontano. Leggiamo dell’imbarazzo dell’Arma per i due carabinieri che avrebbero stuprato ragazze americane. Ma è l’imbarazzo della Chiesa per i fatti di violenza di cui sono responsabili alcuni religiosi. Ancora non è l’imbarazzo degli avvocati, che pure avrebbero da vergognarsi di alcuni di loro: da una intercettazione si è saputo di avvocati che si sono arricchiti con le denunce di pedofilia: “quale storia vuole che raccontiamo?”. Certamente ci sono bravi ragazzi che sono bravi, finché non incontrano gli orchi: carabinieri, preti o avvocati. Follie ancora più ignobili perché sarebbero compiute da chi indossa una uniforme. Ma, si legge anche, tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro: al di là della nomea che ci hanno appioppato quelli al di là dell’Oceano – loro che si sentono comunque innocenti, da Hiroshima in poi – non è che oltre a chi indossa una toga o una divisa o una talare, a rendere indigesta la benevolenza verso il genere umano possono essere tutti, anche quelli senza una particolare livrea? Serve la verità ma senza vendette: dice Francesco papa in Colombia. Che è come dire: chi non cerca un amico è nemico di se stesso. E come ne avremmo bisogno – di amicalità condivisa tra tutti – senza accomodarci dentro le versioni che ci piacciono, su qualunque sponda ci abbia messo la nostra nascita e le nostre scelte di vita! Il mondo moderno non spinge il cristiano ai margini della storia, ma, al contrario, gli chiede di immergersi pienamente, senza riserve, nella vita, nella storia. Solo così è possibile sentire l’onnipotenza di Dio accanto a sé.