Domenica scorsa, nella liturgia, abbiamo dato la benedizione ad alcuni in partenza per Gerusalemme e Santiago de Compostela. In unità con il Signore, abbiamo detto-bene sul loro cammino, verso queste mete antiche della religiosità cristiana, segno dell’andare proprio della vita. Una benedizione, che, checché ne abbia scritto quella santa e narcisistica donna della Zarri, è un segno che si traccia fin dai patriarchi biblici, a dire bene su chi va nelle giungle del mondo: un tempo, cammini per loro natura senza ritorno – distanza, malattie da digiuni, sorprese di briganti. Come nella vita: si va, e non c’è ritorno sui giorni, siano essi pieni di soddisfazioni, o persi per l’incongruenza che non prende ciò che è dato. Cammini che portano con sé la domanda di senso: la meta. Ho fatto anch’io per tre volte la strada di Santiago: non nell’intero, ma per pezzi adeguati a gambe e spirito. E già questo può raccontare il discernimento che ciascuno è chiamato a compiere sulle proprie forze, per non volere di più di quel che si può: anche se può apparire mortificante per l’orgoglio del voler essere. E la meta diventa a poco a poco il perché, mentre si va: perché così, perché la sete, perché tener fede nonostante la fatica. La speranza di intravedere la meta oltre il culmine della prima e della seconda e della ennesima collina: uno scollinare che illude e delude: come la vita. Ma è la meta a reggere: l’invisibile agli occhi, per il lungo-breve tratto dell’esistenza terrena, ma visibile nel cuore della fede. Perché si crede, ci si affida a Dio, ma si vorrebbe poter credere, e dunque affidarsi agli uomini, che di Dio sono per ciascuno l’immagine. Ecco perché serve ricevere benedizione, e che ci sia ancora qualcuno che ponga su di noi le sue mani, segno dell’accompagnamento, segno che non rende mai solitario colui che è solo. Guai a chi non si lascia accompagnare, dice il settimo evangelo, quello che ciascuno di noi sente scritto nella propria carne. L’importanza della meta sta nel trovare attorno, per non perdere ciò che sta davanti.