Brioso, giovane, forte è il vento di Pentecoste. Gagliardamente ha fatto esplodere le paure, e ha rinnovato la faccia della terra, rinnovando il cuore degli Undici.

Undici come i figli di Giacobbe, le stelle che nel sogno si prostrano a Giuseppe; undici come i teli per coprire la Dimora dell’Altissimo; undici come i giovenchi per la festa delle Capanne, come le giornate che separano dall’Oreb,

come le città sulle montagne; e come i regni di Joiakim e di Sedecia, giovani ventenni che non diedero buona prova di sé. Un numero senza perfezione, nella Scrittura del Primo Testamento: a descrivere infedeltà, limite, pochezza.

Nel tempo dell’Evangelo è numero che diventa pienezza proprio nella incompiutezza: per la defezione del dodicesimo chiamato, e per l’irresolutezza degli Undici che si prendono il rimprovero del Risorto. Un numero aperto: per Mattia prima, e poi per tutti gli altri che – in altro modo – si lasciano mandare dallo Spirito.

Un numero che trova, in questo inizio di giugno, l’aggiunta pregevole di uno di noi, di questa Conca d’Oro che l’ha visto crescere. Prosternato sotto la moltitudine dei Santi, gli passeranno davanti gli anni e i giorni che sono stati: a volte carezzevoli, a volte flagellati dalla paura di sbagliare. E gli verrà voglia di scoprire il velo sul tempo che gli sta davanti: prete per la Chiesa del Signore. Ma quale? e come? Con quale fedeltà? Le domande di chi, prostrato, sa che si rialzerà per lasciarsi definire dallo Spirito Santo Dio: non per se stesso, ma per la sua Grazia divenuto prete per gli uomini.

Gli raccontiamo molte cose, in queste pagine. Per dirgli che l’attesa posta in lui, e nel suo servizio alla Chiesa, possa assumere l’arcobaleno dei credenti. Occorrono sole e pioggia perché ciascuno dispieghi il suo colore, la sua originalità; e solo prendendo sfumatura da chi precede e dandone a chi segue l’arcobaleno c’è, ornamento del cielo e patto per gli uomini. Raccontiamo a lui, per ricordare a noi stessi che una vita è buona, se obbediente, se libera, se feconda: qualunque vita, di chi sposa e di chi no, di chi serve il Vangelo da cristiano ordinato e di chi no.

È atteso da molti. Lo accompagneremo in tanti, oltre questi giorni? Non tutti, almeno apparentemente, si lasciano commuovere da un evento, non tutti a fondersi nell’unico corpo, ma tanti, sì: come chi s’è assiepato sulle scalinate del Tempio nei suoi cinquant’anni, per aspettarsi, per entrare insieme, e per riuscirne nuovamente confortati per la missione.