Oggi in Olanda le prove generali di un futuro europeo, con la versione olandese della Brexit: si sfascerà l’unità di questo continente, che ci ha preservato da guerre per la presa di possesso di un fazzoletto di terra? Si rifaranno le dogane, e i confini nazionali, che alcuni muri dell’est stanno provando a costruire? Più che mai oggi è tempo di politica, e dunque di sconfitta dei politicanti: quelli che non hanno imparato nulla (ma non hanno mai voluto imparare) dalla storia degli ultimi decenni, dove avarizia, finanza di carta e ignoranza, hanno preso il sopravvento sulla buona politica. Perché la politica è bella. E non si dovrebbe più permettere a conduttori tv di vantarsi pubblicamente, e nel favore di trasmissioni loro affidate, di non andare a votare da anni, adducendo il disgusto per una politica sporca che li esimerebbe dall’essere cittadini. La radiazione dagli schermi? Perché no, fino a quando pubblicamente non si ravvedano. (Sento fischiare le orecchie: cos’è, il metodo cinese delle purghe? o dei gulag sovietici? ma la democrazia non è assicurare a ciascuno di dire la sua? – art 21 ecc ecc!- Eh, no; qui si allude – e chiaramente – a un direttore di telegiornale, che si è fatto fama ai suoi tempi di mitragliatore, ora ridotto a poco più di un masticatore di patate e di battute; e di quella conduttrice che per anni ha imperversato passando da icona semidesnuda dello sport, al tempo che ormai fa dedicandosi a pubblicità di rosse scarpe. E cioè, persone che approfittano di una visibilità a cui purtroppo beve anche un pezzo di popolo politicamente analfabeta: ritagliandosi un angolo radical-rivoluzionario nel salotto ben pagato che comunque non lasceranno mai). Radiare chi lancia il sasso e nasconde la mano: un politico non dovrebbe più avere a che fare con gente che sobilla così: se è politico coerente, e non un politicante, appunto. La politica è bella: un mantra da proporre nelle scuole, a cui chiamare i migliori rapper perché lo facciano entrare nella vita degli adolescenti e dei giovani: che invece la vita la stanno trascorrendo dietro pifferai interessati al potere di sopravvivere al loro affogamento. Dire che i peggiori stanno acquistando coraggio, e con i nuovi personaggi alla Trump saranno sempre di più: interessati a sé, in populismi che del bene del popolo non hanno nulla: se non propinare circenses che distruggeranno il pane. E servendosi del panico indotto, facendo immaginare qualunque forestiero come un intruso nel proprio recinto. E dimenandosi su quella balera-mattatoio – come l’ha definita un editorialista – che è la rete. (Di oggi l’incredibile difesa di un certo grillo parlante, che rinnega se stesso come grillo scrivente: nella causa in giudizio che sta perdendo, dà mandato ai suoi avvocati di dichiarare che lui non c’entra nulla con quel blog che va sotto il suo nome e con cui ha dato il via e nutre un nuovo partito, imbastendo e cucendo le maschere di tutte le piazze urlanti da cui siamo rintronati!). La politica è bella, e non la si può affidare a personaggi come i Le Pen, e i loro epigoni anche qui da noi: che promettono referendum per uscire dall’Unione europea, e vogliono precludere ai musulmani l’ingresso nei Paesi, deportarli se commettono reati, trattare il Corano come fosse un testo nazista. La politica è bella: ma siamo qui a vedere come va in quella cartina tornasole che oggi è l’Olanda: la patria delle grandi libertà, fatta da un popolo da sempre considerato progressista e illuminato, esaltato anche e soprattutto da quelli che “là sì che sono civili?”. È il paese che ha prodotto il Catechismo olandese, ormai quarant’anni fa, quell’esperimento avanzato che fece discutere tutta la Chiesa cattolica locale sul nuovo modo evangelico per dire la fede: un paese di libertà anche religiosa. Ma sarà che oggi, nel cantone meridionale a prevalenza cattolica, dove Chiesa e miniere di carbone che un tempo assicuravano l’appartenenza, è cambiato tutto. E l’istinto di pancia prevale sull’intelligenza del futuro. A scapito, là e qui, della politica bella.