Alla porta del rientro di settembre, addosso ci troviamo una batteria di valigie strapiene di avvenimenti, occasioni, ricordi, e problemi. Un anno di giubileo che si sta svolgendo sovraccarico di incontri e di provocazioni, ma anche di illusioni e di delusioni: certamente di contraddizioni.

Si gongola per numeri che sembrano oceanici, in manifestazioni religiose o politiche, e si finge che non esista il problema di chi non c’è:

non di chi non può, ma di chi non vuole. E si finge quando si coltiva la presunzione che i torti siano di chi non ci vuol stare.

Polemiche per beatificazioni non da tutti condivise, e perplessità per documenti vaticani e dichiarazioni di cardinali che per fondare identità cristiane viaggiano sul filo vischioso della tolleranza umana: non tenendo conto che la Chiesa ha un orizzonte più vasto cui rivolgersi di quello contenuto tra le Alpi e l’isola di Malta.

Questioni di sempre, problemi di un mondo che si è ormai stabilizzato sulle divisioni: per mantenere la voracità di pochi, creano situazioni di esplosione dei molti miseri del pianeta. Ci si arrabatta sul come diminuire il prezzo del petrolio, e non ci si pone l’alternativa di non doverne dipendere in modo così assoluto, e per stili di vita decisamente effimeri.

Ci si era voluttuosamente abituati al silenzio dei politici occupati da lunghe vacanze, e li vediamo riemergere e fare le uniche cose che sanno fare bene: guadagnarsi un lauto stipendio insultando gli avversari. Si invoca il sogno di un’Italia nuova, e si presenta gente che mente sapendo di mentire: ci prepariamo a scegliere tra chi è più ricco e chi è più bello.

Ci lasciamo coinvolgere dal melodramma di otto gemelli nati sottopeso, e non ci lasciamo condurre dal vecchio principio di lasciar decidere alla natura, senza la pretesa di una onnipotenza che ci ha già guadagnato una volta le conseguenze del peccato originale. Una scienza che non si dà limiti, non è ricca, è distruttiva.

Per non fare violenza ai bambini, non li si educa più: si predica che il futuro sta in un video, e dunque glieli si affida, passivamente o reattivamente non importa, purché sia il baby-sitter di cui si ha bisogno. Per non spaventarli con lo spauracchio medievale dell’inferno li si prepara agli inferni terribili dell’isolamento totale: ci sono state ragazze che hanno ucciso una suora per il gioco di chi ha la coscienza disintegrata.

Ciascuno la sua valigia, e alcune valigie comuni in questo rientro di settembre, con dentro, tuttavia, anche il corredo bello della vita. Valga la pulizia dei giovani che hanno invaso Roma, anche passando dalle nostre famiglie; e l’emozione che ha accompagnato i ragazzi di Santa Lucia nel loro viaggio della memoria nell’inferno di questo secolo.

Vi sono pellegrinaggi turistici, ma vi sono autentici ritorni alle fonti all’inizio di questa nuova ripartenza: nostra nel mondo.

Il giardino attorno al tempio sarà ora seminato, e di nuovo coltivato. Perché ciascuno impari che Dio vuole che la terra, di tutti, sia una terra fruttuosa e florida per tutti.