Mi si dice che va di moda in ambienti di sacrestia il socci-pensiero. Che è pensiero intollerante e partigiano. Non so quanto i suoi compagni di un tempo –  e di una fede che si fermava in alcuni al dito del don Gius invece che a ciò che esso indicava, il Cristo Signore obbediente non a sé – e quanti si riconoscono oggi in quel movimento, e che non si sono piegati a logiche economiche e di potere, quanti insomma si ritraggano oggi dal sopraddetto pensiero, e lo aiutino – lo curino – con l’evangelica correzione fraterna. Aveva cominciato il nostro denigrando il cardinal Martini, definendolo non cattolico: e solo perché avrebbe, a suo dire, in vita e in morte raccolto solo consensi, che non sono il quid del cristiano che o è perseguitato o non è. (Naturalmente omettendo, e questo almeno il socci-pensiero non può dimenticare, proprio l’opposizione feroce del suo movimento – che si espresse allora pubblicamente con una signorina comunion-liberazion-leghista che sarebbe diventata presidente della camera dei deputati, prima di trasformarsi in personaggio del trash televisivo, a look metallaro; oltre che in un penoso boicottaggio dei propri aderenti alle convocazioni in duomo presiedute dal cardinale). Malafede o cecità? disturbi psicologici? o calcoli di sopravvivenza narcisista? o meschini conti di chi tiene famiglia? (Domande lecite, e proprio nell’ambito della carità: personaggi così non vanno forse aiutati a guardarsi in uno specchio che non gli rimandi una falsa immagine di sé, che gli fa dunque produrre insensatezze?). E infatti da subito intenta una campagna contro papa Francesco fatta della stessa pasta, proclamandolo non papa. Perché? Perché, lui giornalista, nel conclave c’era: probabilmente nelle pieghe purpuree di quei quattro o cinque cardinali che gli stanno facendo da suggeritori e da stampella. E dunque (sentite, sentite) per una scheda non decifrata il Conclave sarebbe invalido e invalido il papa che ne è uscito. Ma è un antipapa soprattutto perché (e sono solo le ultime polveri): 1. “Con l’ Esortazione apostolica Amoris laetitia Bergoglio ribalta il magistero della Chiesa, ponendosi al di sopra delle parole di Cristo e dei comandamenti di Dio”. 2. “Alla fine la Chiesa sarà spinta a sciogliersi in una sorta di Onu delle religioni con un tocco di Greenpeace e uno di Cgil”. 3. “Bergoglio istituisce i peccati sociali (o socialisti). Quindi, par di capire, dovrebbe guardarsi dal ricevere l’eucaristia chi non condivide le sue idee sull’immigrazione”. Dalla seconda e terza proposizione, si capisce l’ottusa sponda del socci-pensiero. Anche se lo scrivere su quel giornale che ha di mira il sostentamento di chi sta bene e il rifiuto di chi può disturbare con una presenza impropria, non avrebbe bisogno di molte sottolineature – ma può un cristiano non stare dalla parte dei poveri? è questo che dicono le parole di Cristo e i comandamenti di Dio? (domande ovvie, da vergognarsi nel doverle ricordare). Ma la prima proposizione è di una deficienza assoluta: la buona notizia del vangelo ingessata e ridotta a un corano-cristiano. Non più l’amorevolezza di un Dio che abbraccia l’uomo che si fa, che si scopre sempre nuovo, ma l’inflessibilità di una parola che produrrebbe fat?w? inconciliabili con lo Spirito Santo di Dio operante in ogni tempo (in ogni tempo!, caro socci-pensiero, o non è più Pentecoste?). Quel che dovrebbe preoccupare i vescovi è non badare al perché queste letture fatte idee circolino tra preti e diaconi (e tra qualche loro fratello vescovo); e ricadano così sul popolo di Dio, che è santo sì, ma anche tanto fragile. E di quella fragilità che ama tanto un duce politico quanto un papa sovrano, fatto ritornare alla tiara dei poteri totali, quelli che violano la responsabile coscienza di ciascuno. È triste non vedere i segni dei tempi, quelli a cui chiamava papa Giovanni nell’indizione di un Concilio: che mantenesse la Tradizione ma rivedendo quelle tradizioni incrostate, che non sanno più parlare all’uomo che oggi è. Il socci-pensiero parla: fossi lombrosiano, direi che il suo viso dovrebbe da solo pre-allarmare, con quegli occhietti troppo stretti e dunque incapaci di uno sguardo ampio, lo sguardo della misericordia appunto. Ma per grazia di Dio, attorno ci stanno molti occhi grandi: accorgiamoci di quelli, e abbandoniamo le opere del diavolo (ci è stato o no insegnato, caro socci-pensiero, che il meglio lavorio del demonio, in cui tu pur fortemente credi, è quello di nascondersi dentro le frattaglie delle teorie negando l’incarnazione del Verbo?).