Liquidità

 E non solo a Natale si parli del bene che è “stare” in famiglia. Anche nei giorni di Pasqua. Direi soprattutto a Pasqua, quando invece l’invito è quello dell’andare con chi si vuole: magari il Venerdì Santo il giorno del dolore che non è solo cristiano? e soprattutto oggi in cui il Calvario è Idomene, e il cimitero è il Mediterraneo. Indiscutibile, chi non crede lo può. Ma se si vive gomito a gomito? Uscendo di casa? Gli uni verso la croce, gli altri verso le discoteche, periferie delle dissonanze? Uno “stare” in famiglia che non è tanto lo stare fisico, ma lo stare affettivo. Una compagnia che conduce. Quella a cui si chiede ai preti di non avere: pur dandogli come statuto di vivere nel mondo, e non in un convento e tanto meno in un monastero. È vero: si dice che per un prete la sua…

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A Pasqua

Per fortuna a Pasqua siamo tenuti a non fingerci buoni come a Natale. Ma per sfortuna a Pasqua non ci siamo tenuti a quella rivoluzione che essa ha comportato. Che l’essere  buoni è costitutivo dell’essere discepoli per tutta la vita. E in un tempo nel quale si scambia la bontà per il buonismo, la tentazione è quella di sentirsi a posto, non essendo buoni: cioè capaci di altruismo, capaci di aderenza a quell’umano che ci fa immagine di Dio. C’è un termine che ho imparato da poco. Ed è un sostantivo tedesco che suona così: Schadenfreude, che si può tradurre come "piacere provocato dalla sfortuna" (altrui). Un sentimento molto diffuso tra i tifosi del calcio; godere quando perde la squadra avversaria: se perde la corsa alla coppa, se perde lo scudetto. Anche se la propria maglia non è in…

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Tre anni fa

due interventi che facciamo nostri, per non essere né papisti, né, tantopiù, antonsocciani_ «Fratelli e sorelle, buonasera!». Così si presentò al mondo Jorge Mario Bergoglio in quella sera di tre anni fa, il 13 marzo 2013, quando si affacciò vestito di bianco dalla loggia di San Pietro, dopo essere stato eletto papa dal Conclave successivo alla rinuncia di Benedetto XVI. In questo triennio il primo papa col nome Francesco, il primo gesuita e il primo latinoamericano, ha compiuto e realizzato 12 viaggi all’estero per un totale di 20 Paesi visitati, 11 visite in Italia, 168 Angelus e 124 udienze generali, 2 encicliche, 15 costituzioni, un’esortazione apostolica - «Evangelii gaudium» - che rappresenta la linea-guida del pontificato, un’altra in arrivo fra pochi giorni dedicata alla famiglia;…

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