leggende

Chi le architetta le leggende? Buontemponi afflitti da voglia di contare inventando? O pataccari che vendono paccottiglie per il gusto di confondere? o confusionari che non distinguono tra realtà e fantasia? Mistero. Però le leggende prendono piede, si diffondono, e più si diffondono più ricamano o stravolgono, mettendoci ciascuno un che di suo. La verità nelle leggende non ha spazio, soprattutto perché nascono da non-verità. Potreste trovare, questo aneddoto, in un qualche romanzo etnico. C’è Gioele e Gespi, cattolici, e Akram, musulmano: tredicenni del nostro mondo multietnico e multireligioso. Il fianco a fianco esiste per i giochi, per la scuola. Non esiste per la fede. I primi due si stanno preparando per la Confermazione, e naturalmente si sentono dire dal catechista che i cristiani…

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politically incorrect

Scriverlo non sarà alla moda (ma alla moda di chi?): il buon senso non abita sul territorio di Roma. Di Roma in primis (ma altri non si tirino fuori). E di tutta Roma, fatta di sindaci e di prelati. Muore un barbaro nazista, e subito tutti a dire no, meno uno (che salta all’onore delle cronache, neppure essendo familiare o erede) annunciando all’orbe terracqueo i funerali solenni per quegli, e fa in modo che tutti sappiano dove e quando si terranno. L’unica intelligenza del buon senso sarebbe del sindaco di Albano, dicono i cronisti, che però pure lui dice no, ottenendo a sua volta un no dal prefetto di lì. Che il barbaro nazista non meriti nulla, è fuori discussione: fino all’ultimo rivendica una obbedienza senza coscienza. Ma il cadavere, che passi in chiesa oppure no, non si può…

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un ossimoro

Qui come altrove i giorni passano veloci, come per tutti quelli che hanno scollinato i quaranta. Alcuni giorni, troppo lentamente passano veloci. Ed è un ossimoro, una contraddizione di termini voluta. La lentezza non si impara neppure in un anno, mi accorgo. E lo stile di vita che alcuni dovrebbero saper contenere è per altri un richiamo a saperlo espandere. Perché tra noia e affanno c’è una comunanza che esprime il non senso della vita, o almeno di alcuni suoi tempi. Non senso che conduce a interrogarsi: è difficile capire chi si toglie la vita, ma molto comprensibile chi chiede che non gli venga inutilmente allungata in sofferenze. Quell’inutilmente sicuramente scandalizza gli spiritualisti del dolore, i cosiddetti doloristi: una categoria di asceti e di teologi che hanno fatto…

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