Avvento di che?

Così come viene lamentato, finalmente non può restar dubbio a nessuno: il natale così come viene evocato non è il Natale dei cristiani: e ci si potrebbe fermare qui. È altro. Qualcuno sta facendo i conti: se il confinamento (alias lockdown) arriverà sotto l’Albero spenderemo 870 milioni in meno nelle bollicine, consumeremo 70 milioni di panettoni in meno, ci saranno 5 milioni di pranzi da veglione in meno. A conti fatti un natale austero provocherebbe una caduta di 25 miliardi nei nostri consumi. Piangono in tanti. Un natale povero. Di nuovi poveri?! – e però si dovrebbe dibattere di quale povertà si sta parlando, ma un’altra volta. E qualcuno, con chi piange, dovrebbe nel caso piangere? La salute intra-covid da accantonare? E il marasma delle relazioni da ricostruire, rimandato? Ci si…

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san Martino

Lo si sapeva, ma si è fatto come se fosse un’ipotesi del terzo tipo: irreale. E invece. Anche da lì fu facile profezia che si sarebbe usciti un po’ più stupidi e un po’ più cattivi. È qui da vedere. Stupidi? Per un verso e per l’altro. Di quelli delle movide, che sbracano  accavallandosi nelle piazze a protestare contro le chiusure, e intanto distruggendo ristoranti: ma sono i loro, o non sono loro i ristoratori scesi in piazza? Ma c’è anche stupidità in chi chiude a occhi chiusi: di chi chiude ristoranti, bar, palestre, cinema, luoghi che pure si sono organizzati, prendendo sul serio la minaccia della seconda ondata. Avrebbero costituito una tentazione, dicono; e occorre ammettere che, visto ciò che gira, davvero potrebbe essere una fiducia mal riposta: nei clienti, non nei datori dei…

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