in-uscita

Mi sto chiedendo da qualche giorno perché me la prendo tanto. Quegli annodati agli ambienti dell’ultraconservatorismo catto-italiota, quei nostalgici della liturgia tridentina con un latino in cui non sanno immergersi, quei prelati frequentatori dei salotti del patriziato nero, da cui attingono le voglie per cotte plissettate . E nessuno pensi che sia invidia da basso clero, smanioso di una rivoluzione che riporti dentro la Chiesa una fraternité indissolubile da égalité. Non che non ce ne sia bisogno: ma a quale pulizia ideologica porterebbe, a quali poltronifici dismessi, a quali vuoti istituzionali – e, certo, a quale crisi economica per negozi d’haute-couture romani con fastose vetrine purpuree? (ma anche no: li frequentano anche tipi del basso clero, che disdegnano negozi del…

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Silenzio

Qui in certi momenti del giorno, è lo stesso dei recenti mesi primaverili: intonso, corroborante, nel trillo degli uccelli che non si sono allontanati, e nei rumori di pioggia quando non disturbati da motori. Non è lo stesso registrato con angoscia nella pianura e nelle valli del covid. Con il tormento delle sirene a profanarlo, e dei rintocchi di campana a morto che si rincorrevano di campanile in campanile. La storia come lungo cammino di sofferenza, e di grandezza, è qualcosa che suscita perplessità se ci si ritrova in un contesto non aspettato: o per inerzia di uomini o per insipienza. Eppure, e lo ricorda il papa non solo ai credenti ma al mondo, questo è il tempo, di pesare ciò che conta e ciò che non conta, ciò che è prezioso da ciò che distrugge. In molti stanno disertando chiese,…

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