desnuda

Non dell’opera di Francisco Goya, che richiama al Prado di Madrid curiosi un poco morbosi, e poi disillusi, più che appassionati d’arte che possono trovare lì capolavori di Rubens, Rembrand, Tiziano; di El Greco con la sua Resurrezione – che è eros puro nel connubio con thanatos, la morte; se non dello stesso Goya, con quel El tres de mayo dove il condannato in bianco e giallo alza e spalanca le braccia come un crocefisso e grida la sua fede per la libertà. Non dunque della Desnuda di Goya né del suo fucilato-crocifisso così simile al Cristo di El Greco, con quella mano perforata a ricordarne la passione – anche se forse troverete una connessione qui. È questa collina che da qualche giorno è desnuda: un invito a ripulire i margini della strada, dal fogliame che calava sino a sfiorarti, è…

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emerito

Un giorno il papa Paolo VI disse, scandalizzando gli ipocriti, che il fumo di satana era entrato nella Chiesa. Eppure erano tempi ancora molto coperti: in barba a tutto, si viveva del preconcilio a Concilio ormai consegnato. Un fumus persecutionis che tocca il papa attuale in modo sconosciuto ai secoli che precedono. Eretico, idolatra: due accuse che sbiancherebbero chiunque nella Chiesa di Cristo, tanto più chi è stato chiamato ad essere presidente della carità ecclesiale, e dunque dell’unità e della difesa della verità. Ma tant’è: viviamo in un’epoca che minaccia di consegnare alla storia non chi ha tracciato un cammino, ma chi si sbatte per chiudere orizzonti. E qui – spiace dirlo a me che ne ho sempre avuto stima anche in tempi in cui lui stesso era vittima di disistima (ma non di…

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