25 aprile

Quel giorno là, io c’ero. L’avrebbero chiamata giornata della liberazione: dai fascismi. Avevo un anno e due mesi. Dunque non potrei averne memoria. Se non per i libri, o per i racconti di famiglia. Mio padre ancora in prigionia, cosa che si sarebbe protratta fino all’inizio del ’46. E le donne rasate, nel mio piccolo paese, in segno di disprezzo: non uccise, ma con quella violenza sulla fronte che le avrebbe segnate a vita. E ancora oggi la si celebra così, festa della liberazione, chiamando a raccolta contro i nuovi fascismi, più occulti, ma non meno pericolosi. Dunque quei corsi e ricorsi della storia, che non si vorrebbero su queste tragedie? Fu appunto Giambattista Vico a dire che “per i Latini il ‘vero’ e il ‘fatto’ sono reciproci, ossia, come afferma il volgo delle scuole, si…

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Il post

Il post- come caratteristica dell’ultimo secolo. E così si è raccontato di aver attraversato, in successione, una società post-illuminista, post-fascista, post-comunista. Dando la tara: perché di illuminismo e fascismo e comunismo restano intrisi molti animi, seppur in quantità e qualità diverse, ma non tanto da incidere sulla figura della società in cui viviamo. (Senza naturalmente disconoscere i ritorni: quelli che avvengono all’est dell’Europa, o in confini tra loro estremi della geografia politica). Ora, se non ci siamo ancora, poco ci manca a definirci una società post-cristiana: qui da noi, in cui Roma è caput mundi per la sua storia millenaria e per la sede cattolica che ne ha preso il peso, e anche la zavorra. Naturalmente, i post- nella misurazione ideologica: un pensiero che non…

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