Per preparare questa pagina, e altro, mi appunto cose che attraversano i giorni. Foglietti che poi elaboro in uno scritto articolato, e che butto alla fine di un mese. Questa volta ve li consegno così come sono, con le caratteristiche disordinate da cui nascono (il disordine naturale dei pensieri) e con la fondatezza che mantengono talvolta solo nello spazio breve di un’emozione. Degli appunti, senza nessuna pretesa di ergersi ad aforismi. Da prendere non per

 quello che han potuto dire a me, ma per quello che riescono a tradurre per ciascuno. Rischio molto, lo so, a consegnare questi pezzi nella loro acerbità, perché è un po’ come mettersi a nudo. Ma poiché i miei interlocutori siete voi, benevolmente curiosi e ironici, è un rischio calcolato. Quasi un gioco delle vacanze. Senza alcuna pretesa.

La contemporaneità di un santo non sta nel suo vivere il nostro tempo, ma sta nell’ aver vissuto pienamente il suo.

C’è gente che campa facendo la vittima: talvolta di vere ingiustizie, tal’altra di ingiustizie presunte.

Dare importanza ai sentimenti, prescindendo dagli accadimenti, è scivolare dalla scala del valore a quella del gradimento.

Perfino nella predicazione, chi la fa confonde l’annuncio con la sceneggiata della sua grande esperienza.

C’è un capo e i suoi vicari: maledetto l’uomo che s’imbatte nelle manie dei vicari spacciate con l’autorità del capo.

La vera uguglianza è riconoscere ciascuno nella sua definizione.

Preoccuparsi non tanto di quel che si è pensato di trasmettere, quanto di quello che si fa vita nel momento in cui t’incontri.

Per l’eccessiva sensibilità ai temi sociali e psicologici, si indebolisce la Chiesa restringendola alla debolezza dell’uomo e distogliendola dalla lode a Dio.

Internet? L’eclisse vista in video, mentre alla finestra c’è l’evento.

Ridicolo l’oscillare degli Ebrei davanti al muro del pianto? A noi manca una preghiera che se ne infischia del giudizio del mondo.

Ringraziare tutti con le stesse parole e nel medesimo modo, è svuotare ogni ringraziamento: lo fanno i burocrati della gratitudine.

Un bacio sulla guancia può essere un attentato alla persona? La Corte Costituzionale dice di sì. Ma non in tutti i casi, per fortuna dei preti dal bacio liturgico facile.

Mi resta un’insuperabile riluttanza psichica per ogni spot che chiami a messa: le emozioni si diluiscono nel nulla con il finire dell’evento.

Pur di riconoscere l’insostituibile bene di qualcuno, vale la pena di correre il rischio d’esser tacciati di fare preferenze.

I politici, di tutto l’arco geometrico, ma alcuni più degli altri, stanno mostrando l’inconsistenza d’origine: scambiano il seggio in Parlamento come un rimedio alla disoccupazione. La loro.

Nelle comunità cristiane (ma non solo) si corre il pericolo di lavorare per sé, più che per la causa. Nei migliori resta una tentazione, nei peggiori diventa un peccato.

Quando ti trovi davanti un mendicante, si dovrebbe non mettere subito le mani in tasca, ma parlare, chiedere,interessarsi. Si dovrebbe.