solidarietà?

Certamente quella generazionale non esiste. È l’inversamente proporzionale all’uso della parola giovani: sia nel politichese sia nel sindacalese. Quand’ero insegnante – e sono passati decenni - e si trattava nelle classi quinte della differenza cristiana dell’idea di umanità, già allora imputavo al sistema sindacale nostrano una grettezza che si privava del futuro: impegnati solo a difendere i già occupati, senza alcuna cura di chi allora (eppure erano pochi, o forse perché pochi) non aveva lavoro. Ed è strano che una Consulta oggi sia priva di quello sguardo che comprende l’universale di uno Stato, e problematiche molto più complesse dei cosiddetti diritti acquisiti: per cui chi ha una pensione che non riuscirebbe comunque a spendere, se non sprecando, o chi ha liquidazioni che gridano…

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schiaffeggiateli

Prima i no-tav, ora i no-expo. Professionisti del no, che vigliaccamente lanciano pietre e bastoni e bombe carta, e nascondono mani e faccia (all'insegna del nococacola, vivalabirra). Ed ecco la calata di orde di black bloc che come novelli Lanzichenecchi hanno messo a ferro e fuoco Milano. Davvero preoccupanti quelle tute nere abbandonate dopo l’assalto, per eclissarsi ancor meglio. Tattica terrorista, non c’è dubbio, preparata in qualche scantinato, che io sospetto suntuoso, da figli che si mantengono senza lavoro. E dunque nessuno che adesso cerchi di interpretare il loro disagio. Il loro disagio? E magari dopo che su giornali e tv si fomenta da tempo l’opporsi per l’opporsi, in una contiguità tra destra e sinistra che quelli della mia generazione hanno già visto negli anni settanta…

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