Finalmente, da qualche giorno, i cieli si sono mossi. Nuvole e temporali. Prima, a lungo, un piattume lattiginoso, con la foschia propria del luglio che non c’è stato, in un calore che saliva fin qui e un po’ si sfaceva nell’impatto con i boschi. Ora finalmente un azzurro trasparente, solcato da cumuli bianchissimi nella luce del mattino, e da nembi neri pieni di pioggia a intrecciarsi da non molto lontano: a dare profondità alla calotta che approda agli Appennini, finalmente ricomparsi. Da questo terrazzo che è sant’Egidio vedi il trascorrere del giorno nella ricchezza della diversità. Di cieli piatti – seppure assicurano il bel tempo (!) ad anime sprovviste del bene della differenza – non se ne può più. E non solo atmosferici, quei cieli piatti: a volte così si pensa anche la fede, o si pensa di viverla, senza le scosse, i morsi appunto della vita. Senza le strettoie, senza quelle pezze di speranza che un azzurro luminoso promette in un cielo plumbeo. Se, banalizzando ma non tanto, per presentare un vescovo alla sua Chiesa si enfatizza che gli piace andare in bicicletta, o che ha una passione per la montagna; e se per validare un pretino nuovo ci si allieta perché lo si è visto il primo giorno di parrocchia in bermuda; se i cieli piatti sono fatti da quei siti che non vogliono essere disturbati – nel loro tran tran molto religioso e poco di fede – dalla tradizione cristiana ripulita dal Concilio: occorre chiedersi perché le chiese dimezzano i posti occupati nei banchi al cambio di un prete. Perché è più bravo nel celebrare quello che se n’è andato? Macché. Perché quello si immedesimava. C’era. E non secondo se stesso (magari un po’ sì, ma un poco). Si prendeva nel vangelo la vita della gente, la faceva attraversare il suo cuore, rileggeva e rimetteva piaceri e dolori nel vissuto della quotidianità. Non schivava, quello, i conflitti. Ma li poneva per sconfiggerli. Appunto, niente cieli piatti. Cieli mossi, per i cristiani di gusto. Poi dentro ci sta anche per qualcuno la morte di una madre. Ma la pezza d’azzurro dentro il fosco che sembra dal cielo calare sul fatto della vita, assicura sull’aldilà dei distacchi.