Benvenuti …
… nel sito dell’antico Priorato cluniacense di s. Egidio in Fontanella, ora Cappella vescovile. La comunità cattolica che vive nella terra bergamasca, insieme al suo Vescovo Francesco, vi saluta con semplicità e cordialità. Sono passati più di novecento anni da quando Alberto da Prezzate fondò la chiesa di S. Egidio e il monastero benedettino adiacente. Le generazioni si sono susseguite nello scorrere dei secoli, come le stagioni, come gli eventi della piccola e grande storia degli uomini. Eppure mai han cessato di risuonare nella quiete del chiostro e all’ombra delle possenti mura di questa chiesa i passi dei viandanti. Qui sono passati uomini, con il loro carico di gioie e dolori, per rivolgere una preghiera, chiedere un aiuto, ascoltare la Parola, respirare la presenza dell’Assoluto. Nel cuore della collina, tra pietre sacre e preziosi silenzi cari al santo papa Giovanni e al poeta padre Davide Turoldo, qui sarete i benvenuti, qui dove tutto parla del Dio Trinitario Padre, Figlio e Spirito Santo, e del Crocifisso Risorto, che accoglie i passi di tutti e ciascuno. Qui, ci si fa tua compagnia, fraternamente, in questo angolo di storia che percorriamo insieme. Questa è la casa del Signore, questa è casa tua: grazie per essere qui tra noi e buon viaggio!
il Priore, rettore dell’Abbazia
l'Angolo
Marilena lucente
Molti anni fa comprai per la mia tavola
un vassoio di legno, girevole.
Ci mettevo
il sale, il pepe, l’olio, l’aceto e il pane.
Mio padre lo tastava in cerca di quello
che gli serviva.
Così non doveva chiedere continuamente qualcosa,
interrompendo le conversazioni.
Il vassoio girevole gli permetteva di fare da sé.
Al vino pensavo io, versandolo nel suo bicchiere
quasi fino all’orlo, come piaceva a lui.
Mia madre mi fermava il braccio in un meccanico
tentativo di riduzione, che non serviva.
Col vino inghiottito mio padre dormiva bene
e di sicuro in sogno ci vedeva giusto.
Fuori di tavola non aveva preso misure allo spazio intorno.
Sbandava, urtava, non trovava quello che cercava.
Lo sentivo frugare, allora andavo a chiedere.
Le sue retine erano strappate a buchi.
Non l’ho sentito lamentarsi della cecità.
Mi ha trasmesso i libri, la sua voglia di leggere,
colpita e affondata nel buio.
Rideva dei suoi sbagli.
Seguiva mamma al mercato, che ogni tanto
si staccava da lui.
Allora gli capitava di
prendere sottobraccio una sconosciuta,
facendola sobbalzare di paura.
Lui pure trasaliva, più spaventato della signora.
A casa ne rideva.
Non so se farò in tempo a diventare cieco.
So che non sarò bravo come lui.
Guardo il vassoio di legno che ancora sta
sulla mia tavola, gli do un tocco per farlo ruotare,
in senso antiorario.
Non è un orologio e non
ritorna all’ora che vorrei.
Solo con la scrittura posso.
– Erri De Luca
Ipse Dixit
Poco era il giorno e molto il lavoro; la falce è grande ma più grande il prato.
Giovanni Pascoli
Diario
agli amici del Sito
scusate il silenzio, ma non ne siamo colpevoli: e speriamo che questa accensione sia duratura_
dopo un mese e mezzo di interruzione, da stamane il telefono ricomincia a funzionare: e con esso l’uso di internet e dunque anche di questo nostro sito_
han detto qualcosa a voi prima o durante questa interruzione di servizio? a noi no, e dite che lo diranno post? mah!
a prestissimo con l’aggiornamento_ anche se il daQui sembra fatto ieri: o no? provate a rileggerlo, e vi convicerete che c’è un presente ininterrotto nelle riflessioni dell’altro ieri …
così nella poesia là sotto: trovate, ad oggi, e siamo a metà settembre rispetto al luglio in cui è stata scritta, qualcosa di diverso nel rumore di carri armati e di palazzi che son fatti crollare?
Segnalazioni/Corrispondenze
UNA POESIA: LA OFFRO A CHI LA VUOLE AFFIGGERE NEI SUOI LUOGHI. SE INSISTIAMO POSSIAMO FERMARLI.

Lo decido io che è una poesia
Questa poesia non aveva bisogno di poesia,
buttarla in faccia ai servi, ai vermi della nostra occidentale inciviltà.
Questa poesia dice che il capo della Nato ha fatto il compito che gli era assegnato:
far comprare agli Stati altre armi americane. Il resto lo recuperano i dazi.
in armamenti si potevano piantare miliardi di alberi, investire
sulla ricerca contro le malattie, regalare cento libri e uno strumento musicale
a tutti i bambini del mondo.
Questa poesia dice che per salvare il mondo dobbiamo capire
che il mondo è uno solo e non sta nella nostra testa, sta fuori di noi,
come i sassi, come l’erba, come i denti dei cavalli.
Pensiamo al fallimento del pensiero e della parola: in un mondo
in cui tutti parlano non ci capiamo di più, semplicemente
siamo soli in mezzo alle nostre parole.
Questa poesia dice che Israele a Gaza non sta solo distruggendo un popolo,
sta distruggendo il sentimento dell’umano.
Questa poesia dice che l’Europa deve costruire uno sguardo nuovo su se stessa,
accettare che il mondo ha molti centri.
la possibile invasione dell’Europa da parte della Russia.
Tutti quelli che credono nella forza più che nel mettersi d’accordo
sul come affrontare insieme lo stare qui nel mondo
e dell’amore.
Questa poesia dice che invece della ragione bellica dobbiamo costruire
una ragione poetica. La poesia non esclude la lotta, il conflitto,
la poesia lotta per dire agli umani che non c’è bisogno di missili
sempre più potenti ma di un disarmo planetario.
Questa poesia sa che dovrà districarsi tra notizie di compleanni
e altre poesie e notizie sul caldo e pensieri sul riccone che si è sposato a Venezia.
Questa poesia avrà una mortalità infantile, vivrà meno di una farfalla.
estatedaQuiguardando attorno
♦ L’affetto agostiniano, quell’amicizia così decantata dal grande Padre della Chiesa che amava la vita comune in “unità di mente e di cuore per cercare insieme, in piena concordia” Dio, in modo che chi “avesse trovato per primo la verità” potesse “condurvi gli altri senza fatica”. Il nuovo corso per il papato, vedrà nel palazzo apostolico – riabitato con buona pace di chi ne sentiva la mancanza! – una comunità di monaci e monache attorno a Leone, in una coabitazione che diventi esemplare per l’oggi? Visti certi segnali di restaurazione, mi sa che sarà dura. Ma mai disperare.
♦ Il Maestro Riccardo Muti è a Vienna a dirigere due concerti per i 200 anni della morte di Salieri: «Un grande, l’Italia l’ha dimenticato. È una cosa inaccettabile. Spero che papa Leone XIV riporti nelle chiese la musica sacra. Non sopporto le messe beat. I martiri cristiani andavano incontro alla morte cantando, non strimpellando». Quant’è che non va a messa? o dove va, il maestro Muti?
♦ Il papa Leone papa parla di pace, si rivolge ai poveri, ai deboli, agli ultimi, e nello stesso tempo si presenta con il suo stile, la sua personalità, il suo linguaggio. Ha la stessa sensibilità sociale di Bergoglio, e un tratto più prudente e misurato, pare a molti commentatori. Ma il Gesù del vangelo aveva un tratto più prudente e misurato?
♦ Ah, l’ effetto Castel Gandolfo? Un papa che rimette a posto le cose? Soprattutto dove la gioia rilevata è di commercianti che ricommerciano.
♦ Basilica di Santo Spirito, a Firenze, è chiuso. Sono le undici del mattino e il sole brucia già forte; il crocifisso ligneo del giovane Michelangelo, una figura esile e delicatissima, irricevibile. Chiuso il mercoledì. Può essere chiusa una chiesa? Evidentemente sì. Padri agostiniani, c’è scritto. Hanno il nuovo Papa… Suoniamo. Risponde qualcuno, al citofono. Spieghiamo la situazione (siamo tre donne anziane, il caldo, un po’ d’acqua) ma la voce dice no, è chiuso. Proviamo ancora. Ho detto no, è chiuso. Le chiese non sono più quelle di una volta …
♦ “Contro la messa in latino c’è stata una vera e propria «persecuzione» da parte di Papa Francesco e delle strutture vaticane. Il cardinale americano Leo Burke ne parla apertamente, in un video, in cui riferisce anche di un colloquio avuto di recente con Leone XIV: Spero che lui ponga fine alla persecuzione dei fedeli nella Chiesa che desiderano adorare Dio secondo l’uso più antico del rito romano, ha detto, cancellando di fatto il lungo cammino intrapreso da Benedetto XVI per fare rientrare gradualmente nell’alveo conciliare anche gli scismatici lefebrviani…”. Persecuzione? e riconciliazione con gli scismatici di Lefèbvre? Ma quando mai! Dietro la messa in latino, nascondono il rifiuto del Concilio: dunque si dovrebbero convincere di essere un’altra Chiesa, quella di Bannon, caro cardinal con la coda Burke (dicesi della coda plurimetrata della cappa magna abolita già da Paolo Sesto, ma sfoggiata dal pio cardinale in oggetto, nonostante).
♦ Più seriamente. Una legge nazionale sul fine-vita: lai ed esecrazioni … anche di vescovi. Ma il card Martini? a rileggere le sue parole e gli ultimi atti e giorni della vita potrebbe indicare il cammino per superare dogmatismi datati. Amare la vita vuol anche dire non rovinarsene la memoria in dolori insopportabili. Più pietà, ma vera, non piagnucolosa: chi soffre non è chi ha pietà. Tra le riforme vere che ci si aspetta da papa Leone, anche questa, soprattutto questa: la vita dalla nascita fino al rassegnarsi in Dio. Una enciclica che affronti il fatto del vivere oggi, e della sofferenza oggi, e del morire oggi. Con la concretezza di chi guarda gli occhi di chi chiede di essere lasciato andare.
Informazioni

La chiesa abbaziale
è aperta dalle 8 del mattino fino al calar del sole.
La Domenica, e nelle feste del Signore e dei Santi, l’Eucarestia si celebra in Abbazia alle ore 10,30.
Per richieste personali al Rettore:
e-mail:
attobianchi@gmail.com
telefono: 035.4362202 (preferibilmente il mattino dalle 7,30 alle 8,30).
Per uso degli spazi della Rettoria:
telefonare o mandare sms al 339.3765458 o inviare mail:
giudittaperico@gmail.com

Apertura: tutto l’anno.
Attività: Esercizi Spirituali, Ritiri, Giornate di Spiritualità, Convegni. Ci si può far guidare o da propri referenti o dal rettore dell’Abbazia.Tipologia ospiti: sacerdoti, diaconi, religiose/i, giovani e adulti laici.
Ricettività: 20 posti letto disposti in: 1 camera singola, 1 camera a 5 posti letto singoli, 1 camera a 7 posti letto a castello. Una camera è dotata di servizio privato, le restanti camere sono dotate di servizi in comune.
Servizi: ogni giorno, possibilità di celebrazioni per gruppi.
Casa non attrezzata per accoglienza disabili.

Per disposizione vescovile in questa chiesa ordinariamente non si celebrano sacramenti di battesimo e matrimonio, se non per le persone residenti nella parrocchia_
COME RAGGIUNGERCI:
• auto e bus privati trovano parcheggi su via Fontanella alta e/o via Reg. Teoperga
• treno (la stazione più vicina, Terno, dista 4 Km)
• bus pubblici (la fermata si trova a 2 km)
PER DONAZIONI:
Cc bancario: Bianchi Attilio – Rettoria s. Egidio
Cassa rurale BCC di Treviglio s.c. – IT 73F0889952780000000370654
di Leone papa
La missio migrantium che rivitalizza il deserto spirituale
Il Papa parla di quella che definisce “una vera missio migrantium (missione realizzata dai migranti)” per la quale, precisa, devono essere assicurate un’adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un’efficace cooperazione inter-ecclesiale. Recupera così quanto già scriveva san Paolo VI nella Evangelii nuntiandi. Leone XIV si spinge a considerare i migranti e i rifugiati una “vera benedizione divina” che, in quanto tale, va riconosciuta e apprezzata. Essi, infatti, con il loro entusiasmo spirituale e la loro vitalità possono contribuire a rivitalizzare comunità ecclesiali irrigidite ed appesantite, in cui avanza minacciosamente il deserto spirituale.