memoria

Mio padre è stato un deportato nei campi di lavoro nazisti. Un quadro, 50x35, appeso nella cucina soggiorno, me lo ha ricordato fin dalle prime curiosità dell'infanzia. Accanto ad alcune parole tedesche che tornavano nei racconti serali, da stanza a stanza, vigilia di un sonno che non veniva, non si voleva che venisse, né a lui né a me. Come kartoffel: simbolo di una fame atroce, e non erano patate ma pelli di patate: buttate dall’apparente pietà di uno di quel popolo, che contemporaneamente aizzava un cane latrante; o kaputt: minaccia totale ricorrente per ogni spossatezza. Mio padre è tornato dopo tre anni di prigionia, ha potuto raccontare quei giorni e l’antipasto che fu la sua guerra di Albania e Grecia, degli stracci ai piedi al posto di calzature nei trasferimenti kilometrici da…

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ipocriti

Si può cominciare un anno politicamente scorretti? Perché politicamente scorretti nel gorgo di una tragedia sono i fatti parigini di questi giorni: ammazzare mai, nessuno, neppure il peggior nemico. È il segno di Caino che la Scrittura (ancora non) ha insegnato alle tre religioni monoteiste, dunque molto cugine tra loro: nessuno gli metta le mani addosso, nonostante Abele. Politicamente scorretti? a ricordare che il nome di Dio l’hanno usato tutte, nel fare violenza al nemico: gli ebrei prima, i cristiani poi, e, non da adesso solamente, gli islamiti. Pietà dunque per quei redattori ammazzati. Ma è politicamente scorretto fare oggi le pulci, con l’asfalto soprattutto insanguinato, oltre che dal loro, da quel poliziotto che non ottiene pietà da un barbaro senza pietà? Anche se non avevano…

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