Free!

Sta estraendo un portamonete, e si sente dire: free, gratuito. Ingresso libero. Un abbaglio comprensibile, se entrando ci si trova di fronte quel gabbiotto stile cinema parrocchiale anni cinquanta, nel duomo di Milano. Il turista può credersi entrato in alcune cattedrali d'Europa, dove non si è liberi di girare, se non per percorsi stabiliti da un biglietto d’ingresso. Il gabbiotto serve per prendersi l’auricolare informativo, naturalmente a prezzo di tot euro. Ma per quanto ancora si sarà free nel cercare i segni del sacro scolpiti dai secoli? Le ragioni ci stanno tutte: costo delle manutenzioni, degli uomini della vigilanza, del mantenimento contro l’usura del tempo... Ma non ci sta la ragione prima: almeno il sacro liberato da gabelle da bottegai, già inviperiti come si è da tante…

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di che colore è la pelle di Dio?

 Nel giorno in cui si annuncia di voler abolire con referendum il ministero dell’integrazione da parte di frange nostrane, con lo scopo di  perseguire ormai l’ombra di sé – essendo privi da sempre di idee, a meno che si ritenga il recintare un’idea di nobiltà umana – ripropongo un mio scritto del 2010: parendomi attuale, seppure possano in questi giorni essere cambiati i bersagli, ma non l’idiozia che alligna sugli spalti degli stadi, e non solo. A metà degli anni sessanta spirava il vento kennediano delle nuove frontiere: e una folata incantevole di quel vento arrivò pure nella nostra città. Aveva la faccia pulita (così ci sembrò) di aitanti giovani americani, europeidi e afro, ipernutriti e palestrati al punto giusto, dotati di un dentrificio - per noi ristretti tra i Binaca e…

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Il beato papa Giovanni

Quella sera ormai lontana del 3 giugno 1963 si abbassarono saracinesche, le piazze si svuotarono, e si fermò il mondo, o almeno tutto il mondo allora raggiunto da radio e televisione. Era morto un vecchio papa, il papa Giovanni come familiarmente era stato chiamato. Si conoscevano di lui i gesti molto accattivanti verso carcerati e bambini, si erano ascoltate parole suadenti. Lo si era detto papa buono, ma non, allora, nell’accezione virtuosa: si tendeva a descriverlo bonario e bonaccione, o con quelle note di buonismo che solo in tempi più vicini ai nostri sarebbe diventato una moda volgare. Quella sera, il silenzio che ha commosso anche chi nel papa non vede un simbolo particolare, poteva già rivelare di lui ben altro. Solo la distanza dalla sua esistenza mortale, e solo la vicinanza a…

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