Si può cominciare un anno politicamente scorretti? Perché politicamente scorretti nel gorgo di una tragedia sono i fatti parigini di questi giorni: ammazzare mai, nessuno, neppure il peggior nemico. È il segno di Caino che la Scrittura (ancora non) ha insegnato alle tre religioni monoteiste, dunque molto cugine tra loro: nessuno gli metta le mani addosso, nonostante Abele. Politicamente scorretti? a ricordare che il nome di Dio l’hanno usato tutte, nel fare violenza al nemico: gli ebrei prima, i cristiani poi, e, non da adesso solamente, gli islamiti. Pietà dunque per quei redattori ammazzati. Ma è politicamente scorretto fare oggi le pulci, con l’asfalto soprattutto insanguinato, oltre che dal loro, da quel poliziotto che non ottiene pietà da un barbaro senza pietà? Anche se non avevano certo le vesti di Abele: in nome della libertà di parola, fautori del pensiero di Voltaire, quei redattori non hanno certo esitato a buttare escrementi sul sentire religioso di compaesani e no, e subdolamente anche su etnie non propriamente repubblicane, dunque sull’altrui libertà. (Una vignetta sul papa che va a Parigi, e raccoglie folle, ha come didascalia: i francesi sono idioti così come i negri; che, idioti, possono esserlo quest’ultimi – sono negri – ma non i francesi…). Fieramente atei? Bene. Sicuramente laici? Proprio no. E tuttavia da non ammazzare, sia chiaro. Però nessuna canonizzazione laica: è stato invocato il Pantheon per la sepoltura, nonostante uno di loro abbia chiesto che le sue ceneri siano buttate nel water così che possa sempre guardare al lato b della moglie: umorista fino all’eccesso? Sì umorista fino all’eccesso, in casa propria: ma anche invadendo le famiglie altrui, fino a un dileggio senza pudore? Ma solo così, dicevano, si possono fare vignette. E così, l’entrare nei santuari altrui è ancora libertà? Quanti ne uccide la matita? O l’assassinio è solo di chi usa il kalashnikov? Vi è un tale narcisismo in queste sette autoreferenziali, da far dire, a un altro di loro, che un comico non può credere in Dio. No, forse non è politicamente corretto dire ora queste cose: forse tra qualche tempo, quando i muri di quel giornale si saranno ripuliti del sangue di Georges, Stephane, Jean, Bernard, Philippe, e di tutti gli altri che sono stati miseramente falciati da terroristi (cui si sta dando la caccia sulle tracce di una carta d’identità dimenticata sull’auto della fuga, ma forse non è politicamente corretto scriverlo). Nondimeno ora non si può permettere ai tanti ipocriti di fingere altro rispetto a una storia che non si può ridurre solo a quel terribile mattino dell’8 gennaio di quest’anno appena cominciato. Gli ipocriti che hanno portato in tribunale quel periodico quando ha toccato loro, e che adesso stanno su tribune a concionare sul lutto della libertà; gli ipocriti che non ricordano che quanto successo deve pur far riflettere sui limiti che ciascuno deve potersi dare, appunto alla Voltaire, che tanto gli piace, e pure se non gli piacesse; gli ipocriti che hanno accettato dileggi gratuiti, al limite francamente superato dell’oscenità, contro papa Ratzinger, e contro, tra l’altro, quanto i cristiani adorano del mistero d’amore di Dio trinità. Per non dire dell’Islam, con invariabili strisce pornografiche. Quali limiti? “Non ho paura delle rappresaglie. Non ho figli, non ho una moglie, non ho un’auto, non ho debiti. Forse potrà suonare un po’ pomposo, ma preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio”, ha dichiarato il direttore di Charlie-Hebdo. Quali limiti? L’altro, semplicemente ogni altro. Sarà dunque anche politicamente scorretto: ma mi viene, a proposito di matite innalzate, il ricordo di un racconto di quel comico che fu Faletti, prima di rivelarsi uno scrittore valente di gialli. Raccontava di un fumettista, che vistosi tradito negli affetti e negli affari, si ritrova magicamente tra le mani una matita per disegnare un rivale, e una gomma per cancellarlo dal foglio e dalla vita. A volte, saper usare la gomma salva molte vite. Altre, oltre le proprie.