L’andazzo natalizio alla new age

C'è ancora un pezzo di terra, un pezzo di innocenza, dove si possa annunciare il mistero del Natale, senza che la corrosione delle cose l'abbia già pregiudicato? Il refrain che prende a ogni inizio di dicembre, e sempre più affannosamente ogni anno che passa, è come sfuggire ai luoghi comuni: la festa dei bambini, il giorno dei regali, e speriamo che ci sia la neve. Un affanno finalizzato a raggiungere l'isola che ci deve essere, dove finalmente Natale è "Dio che era dall'altro lato del confine, ed è venuto al di qua, per stare con noi" come scrive R. Guardini. Un affanno che non nega nulla delle cose umane

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Tv, un linguaggio di Chiesa?

Di ottime intenzioni è lastricato l'inferno, si diceva una volta, e molto meno si dice adesso. E che siano buone intenzioni quelle che conducono persone di svariata formazione religiosa a rappresentare l'annuncio evangelico in tv o al cinema, non lo si vuol mettere in dubbio: fino a prova contraria, che però meriterebbe un altro tipo di approccio. Tanto meno lo si dice per mandare comunque qualcuno all'inferno. Il fatto è questo: ci si deve rallegrare di una letteratura per immagini, che trova grande riscontro nei numeri di spettatori, e dunque probabilmente anche in quantità di attesa di risposte religiose? O si deve prendere decisamente le distanze,

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Mettersi in cerchio sulla Parola

Finalmente il Libro al centro della attenzione pastorale della Chiesa che vive in Italia: finalmente alla fonte dell’operare e del vivere. Allo scorcio del millennio questa attenzione è molto più di un progetto organico: è ispirazione dello stesso Spirito che sta nella Parola e nei discepoli che l’ascoltano. E non può finire nelle pie esortazioni, che come si sa, trovano solo lo spazio di un programma pastorale. Un “finalmente” che ha allargato i polmoni, ma

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Rivoluzione d’ottobre

A ottant’anni di distanza, e con di mezzo un muro fatto crollare da quasi dieci anni, ha senso ricordare la Rivoluzione d’ottobre del 1917 in Russia, senza cadere nel tranello degli anniversari, che talvolta, sotto l’esigenza della memoria per non dimenticare, nasconde la paura di affrontare il presente? Ha senso se solo si bada ai molti modi di accostare il tema da noi. C’è il modello tutto sbagliato, che negli anni cinquanta ha avuto nella viscerale propaganda anticomunista dei cosacchi in piazza San Pietro o dei russi che mangiano i bambini il punto più basso di una lettura per slogan; e, come conseguenza nella parte cattolica

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La chiesa della domenica

Si fa presto a fare l’elenco di chi si trova nelle chiese per la celebrazione domenicale. Si fa presto, se si bada solo ai modi con cui si sta dentro quelle convocazioni; o ai riscontri che escono dalle interrogazioni più o meno fraterne che seguono alle predicazioni. Già il collocarsi davanti o in fondo, dietro una colonna o sul presbiterio, dice le diverse tipologie di chi vive quel momento particolare. Se la parabola del pubblicano e del fariseo ha fornito buone scuse, lungo i secoli, per comportamenti di falsa umiltà, ancora oggi prende nel segno

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Quale papa troveremo?

Le agenzie di viaggio stanno già circuendo i possibili clienti. Gruppi e parrocchie hanno cominciato a pensarci. La città di Roma si sta dilaniando politicamente per sottopassaggi del Tevere o ponticelli pedonali sospesi. Quelli di Milano vogliono anche loro i soldi del Giubileo, e non si capisce bene perché non li chiedano quelli di Bolzano o di Brindisi. La macchina si è messa in moto: e forse non ci riuscirà proprio di sfuggire alla sua ambiguità. L’appuntamento alla sede di Pietro avrà per i cristiani lo stesso intenso desiderio dei pellegrini alla Mecca? L’appuntamento di una vita?

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interruzione dei ritmi e dei riti

Dice il Levitico: interromperai il tempo nel giorno di sabato. E nell’anno settimo non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé: anche la terra chiede un riposo assoluto, il suo sabato sacro a Dio. E nell’anno che viene dopo sette anni moltiplicati per sette tutto il popolo avrà il giubileo, la sua liberazione da ogni schiavitù economica contratta. Tutto torni come all’inizio: quando Dio fece con gratuità il mondo, la terra che sta in terra e il cielo che sta in cielo. Con suono di jôbel, fate festa, con suono di tromba annunciate

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Elogio dell’amore di sé

L’amore di Dio e l’amore del prossimo sono le due categorie dentro cui siamo stati educati: temi prevalenti delle formazioni spirituali e delle opere proposte dalla religiosità. Mettere a tema l’amore di sé è più di una provocazione: è lacuna che è tempo di riempire. Lo si è sempre glissato, tanto che oggi è difficile trovare contributi sull’argomento. Glissato anche per un’intrinseca difficoltà psicologica, rispetto a quell’altruismo che sembra il vertice dell’esperienza d’amore: una sorta di chiamata all’eroismo, di cui l’amore di sé sembra essere un gradino inferiore.

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di Natale, i bambini

Di Natale, i bambini prendono il sopravvento. O almeno questo era storia di tanti tanti anni fa. Perché, adesso, ce ne occupiamo sempre: soprattutto se di mezzo vi sono consumi da inseguire, e shopping da frequentare, o concorsi per attori in erba in cui sfondare. O se ci sono réportages da inventare, telefoni azzurri da sostenere, lacrime da spremere... Insomma, soldi da far girare. Quest’anno i presepi, ci giurerei, avranno molti cassonetti al posto delle culle; o discariche,

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Non infierire

I fatti sono lì. Tre fatti: i due più antichi, un intermezzo, e gli eccidi di oggi. Dentro la cronaca di questi ultimi mesi, si sono intrecciati il passato remoto del caso Priebke, il passato prossimo del terrorismo rosso italiano, e il presente degli eccidi nella ex-Jugoslavia. Accomunati da un filo rosso: perdonare o giustiziare? Primo. C'è un ufficiale nazista incaricato della conta di dieci italiani per ogni tedesco ammazzato: obbedisce, ma obbedendo obbedendo ne scappa qualcuno in più,

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